Il punto

All'Arechi derby verità per tecnico e società

Sannino si gioca la panchina contro il Benevento, i co-patron Lotito e Mezzaroma davanti ad un bivio

Con l’eterna condanna che le soffia – o le pesa? – sulle spalle, la Salernitana oggi incrocia all’Arechi uno spicchio di passato indimenticabile: nel 2014 derby in rimonta (due gol nel recupero), l’anno dopo davanti a 22mila cuori trepidanti la vittoria-sorpasso che spalancò le porte della B. Di quella Salernitana chi e cos’è rimasto? Nulla e nessuno, comprese identità e spirito. Basti pensare che l’unico granata di appena 18 mesi fa (. Gori) oggi (ri)difenderà i pali sanniti. In 18 mesi la Salernitana ha ingaggiato ben 40 calciatori: 25 la scorsa stagione, 15 nella recente fase estiva. Tourbillon e frullatore che hanno macinato e frantumato qualsiasi velleità di dare continuità a quel salto che poteva essere trampolino, impedendo la coltivazione di un seme difatti mai sbocciato. Isterica, a strappi, più di pancia che di testa, l’ennesima campagna acquisti ha provocato instabilità e precarietà, visibili non solo per una posizione di classifica deficitaria; ha generato incertezze e continui cambi, fiaccando persino le granitiche certezze di Sannino che nel giorno della presentazione si spinse, perentorio: «La base è la difesa a quattro, poi vediamo il resto...».

Col fiato sul collo, con la zavorra di non poter fallire davanti a un avversario che viaggia in zona promozione (in campo i sei undicesimi della scorsa stagione, esempio di cosa significhi programmazione) e davanti al duo proprietario Lotito-Mezzaroma, Sannino incrocia le dita e cambia ancora. Uomini e assetto. Costretto dalle assenze, obbligato a trovare soluzioni e rimedi a un gioco finora approssimativo, a invertire un trend di risultati mediocri. Si torna al 4-4-2 tra singhiozzi e speranze. In fondo tutti i nodi vengono sempre al pettine ed ecco che la difesa, al primo rosso e al primo infortunio muscolare, è già ridotta a brandelli. Salernitana che fatica a supportare Rosina più la coppia-gol? Ecco allora Rosinaldo sfilare la maglia a Donnarumma. Si gioca molto la Salernitana oggi, ancor di più Sannino. In ballo credibilità e fiducia. Novanta minuti. Poi tutto sarà più chiaro.

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