Ambiente

Alimuri, giù l'ecomostro: ora spazio alla natura VIDEO

Il bilancio delle operazioni di abbattimento della struttura in cemento armato. Nessun detrito in mare, una macchina organizzativa complessa e perfettamente funzionante, professionalità tutte della Campania impegnate per ripristinare i luoghi dopo 50 anni. Le suggestive immagini dell'esplosione

Tutto è andato secondo i piani. Nessun detrito è finito in mare e l'Ecomostro di Alimuri, dopo un boato propagatosi nell'insenatura naturale più affascinante della Penisola Sorrentina, si è praticamente dissolto domenica 30 novembre in una nuvola di polvere sospinta dallo scirocco. L'intera macchina organizzativa ha funzionato alla perfezione: Forze dell'Ordine (Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, Capitaneria di Porto, Vigili Urbani), Protezione Civile, Anas, Volontari, senza parlare della collaborazione tra le due amministrazioni comunali quali Vico Equense e Meta, che per un giorno sono diventate un unico comune con un solo obiettivo.
 
Così l'ecomostro di Alimuri è andato giù
Tutte le fasi dell'abbattimento della struttura in cemento armato eliminata dopo 50 anni dalla costiera sorrentina. Le immagini esclusive girate dal mare (video di Roberto P. Ormanni; montaggio di Fabio Di Donna)
 
Alle 13,48 del 30 novembre 2014 è cambiato lo scenario di una costa che dovrà rifare la foto per la sua carta d'identità, perché, eliminato quel neo che le oscurava ogni bellezza, ha voglia di mostrare il suo nuovo volto, più bello, più pulito, più naturale. Diciottomila metri cubi, 51 anni di storia, 1.504 micro cariche esplosive, dieci secondi e tutto viene demolito, stemperando le emozioni, le tensioni, il timore, l'operosità, il dietro le quinte, il lavoro svolto nel silenzio degli uffici, le notti dei tecnici dedicate ad un progetto tanto ambizioso quanto complesso, il fiato sospeso per quei pochi ma lunghissimi secondi, il cuore che ha battuto forte fino a quella famosa frase "a terra tutto bene...". 
 
 
L'ingegner Salvatore Mascolo, direttore dei lavori, ha fatto chiarezza sui dettagli di un'operazione che ha rispettato l'ambiente e valorizzato professionalità nostrane. Per l'intera operazione di demolizione sono stati utilizzati complessivamente 94 kg di esplosivo, 1504 micro cariche da 62.5 grammi cadauna e di 25 mm di diametro. Su ogni pilastro sono stati eseguiti, in media, 6 fori da 30 mm di diametro, a distanza di circa 50 cm l’uno dall’altro, per alloggiare le cariche e sono stati impiantati in media 350 gr. di esplosivo. Per il corpo di fabbrica grande sono stati caricati solo 4 piani; entrambi i piani, invece, per quello più basso.
 
 
Il tempo di esplosione tra una carica e l'altra è stato previsto e compreso tra i 15 e i 25 millisecondi. Di norma, a seconda del tempo che si attribuisce ad ogni carica, si ottiene un cinematismo di crollo diverso. A differenza di quanto previsto in fase progettuale, il corpo di fabbrica grande è stato studiato e calcolato in corso d’opera affinché crollasse verso il baricentro dell’edificio per poi adagiarsi verso il costone, così da evitare che qualche detrito potesse cadere in mare. Per il corpo più piccolo si è previsto un cinematismo a conci per crollo centrale.
 
 
Un lavoro, portato avanti dall'assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Vico Equense, l'ingegner Antonio Elefante, che dal sindaco Gennaro Cinque aveva ricevuto la "delega all'Alimuri", dove per delega si intendeva il mandato e la "preghiera" a trovare una soluzione definitiva ad una presenza mostruosa che da oltre mezzo secolo imbrattava ed imbruttiva una tra le coste più belle d'Italia.