Alimentare, “Campagna amica” Un’oppurtunità per la Campania

Sono 346 i punti vendita diretta di prodotti agricoli ed agroalimentari degli associati a Coldiretti

«È una concreta opportunità di crescita e sviluppo del territorio». È quanto afferma Coldiretti Campania «in merito ai 346 punti di vendita diretta di prodotti agricoli ed agroalimentari, fra aziende agricole, agriturismi, botteghe e mercati degli agricoltori accreditati alla rete di Campagna Amica nella regione».

Si tratta, rileva l'organizzazione professionale agricola, «di un importante presidio in regione della più grande rete nazionale costituita da 10.000 punti vendita, 1.500 mercati e 200 botteghe che hanno accorciato la filiera tra produttori e consumatori di tutta Italia». Nell’ambito del Tour di Campagna Amica, il percorso che dal Trentino alla Sicilia sta portando la Fondazione ad incontrare tutto il sistema organizzativo degli stand gialli, gli operatori e i referenti delle imprese agricole che hanno reso possibile la realizzazione del progetto Coldiretti in Campania si sono dati appuntamento a Napoli «per ribadire i successi e i risultati della maggiore rete europea di vendita diretta di prodotti agroalimentari con la filiera breve dal campo alla tavola, ma anche per ricordare i principi e le regole che stanno alla base della crescita con alti standard qualitativi di sicurezza alimentare, di trasparenza, di tipicità e risparmio di questo nuovo modello distributivo».

L’incontro, al quale sono intervenuti Raffaella Cantagalli, responsabile formazione della Fondazione Campagna Amica, Domenico Buono e Rolando Manfredini, responsabile Area fiscale e tributaria e Area Sicurezza Alimentare Coldiretti, il direttore di Coldiretti Campania, Simone Ciampoli insieme con il presidente regionale Gennarino Masiello, è stato promosso «con la consapevolezza del valore del “brand” Campagna Amica, per ribadire l’importanza della formazione, informazione e sensibilizzazione volta a far crescere la cultura della prevenzione, della correttezza, della legalità, della responsabilità e per aumentare la consapevolezza del valore del marchio di cui i produttori agricoli sono utilizzatori».