«Alighieri profondo conoscitore del diritto» 

Interessante conferenza del professore Galdi nell’ultimo incontro della Lectura Dantis Metelliana

L'ultima tappa della quarantacinquesima edizione della Lectura Dantis Metelliana, che si è tenuta nell’aula consiliare del Comune di Cava de’ Tirreni, ha consegnato Dante giurista.
Il percorso di esplorazione dello straordinario mondo dantesco - declinato in sei incontri nei mesi di marzo e aprile, dove eminenti collaborazioni con i docenti delle Università di Salerno, Napoli e Bari contribuiscono ad arricchirne la cifra culturale - ha trovato il suo epilogo nella conferenza sul tema “Dante e il diritto”, presieduta dal professore ed ex sindaco di Cava Marco Galdi.
La conferenza si è aperta con un incipit sul successo del binomio “letteratura-diritto”, portando a testimone una realtà progredita come quella degli Stati Uniti, dove forti confluenze ed interscambi avvengono tra i due settori.
Il dibattito ha posto sin da subito il suo centro - dopo dovute precisazioni e contestualizzazioni - sulla rivalutazione del sommo poeta, scoprendone una straordinaria attualità ideologica e spezzando una lancia in favore della sua vocazione al diritto, sebbene non sia passato alla storia come giurista.
«L’Alighieri non appartiene certo al ceto dei legislatori. Egli è pero un profondo conoscitore del diritto», ha scritto il giurista Giuseppe Della Torre.
«La portata del poeta è tale al punto che le prime discussioni e trascrizioni della Divina Commedia sono avvenute proprio nell’ambiente giuridico, arrivando persino ad influenzarne il lessico. In una condizione di frammentarietà politica dovuta e al disordine delle leggi, e all’assenza di un’autorità politica e ai continui interventi della Chiesa - ha evidenziato Galdi - Il poeta auspica di porre fine al potere temporale dello Stato Pontificio con la teoria “dei due soli” con la quale stabilisce una definizione delle competenze. Tuttavia, l’intuizione più brillante di Dante risiede nella dimensione sociale del diritto, definendolo come una proporzione tra cose e persone che intercorre nei rapporti tra uomo e uomo; un elemento che tiene la società unita e stabile se funzionante e che ne porta alla perdizione se corrotta».
Federico Lo Monte
©RIPRODUZIONE RISERVATA