Aliberti vuole essere sentito dal magistrato

Il sindaco di Scafati è accusato di falso ideologico per la nomina del capo dell’Ufficio legale

SCAFATI. Ha chiesto di essere sentito dal magistrato il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, raggiunto il mese scorso da un avviso di garanzia per l’accusa di falso ideologico. La vicenda incriminata riguarda la nomina a capo dell’ufficio legale l’avvocato Diego Del Regno nonostante nell’organico comunale fossero inseriti professionisti con le carte in regola per l’incarico.

A rivendicare l’illecito erano state delle lettere sottoscritte dall’avvocato Lucia Fiorillo, inviate direttamente al sindaco per evidenziare le irregolarità. Quelle richieste di attenzione, rimaste inevase, avevano prodotto una denuncia che ricostruiva il percorso professionale della donna all’interno del Comune, dall’assunzione nel 2005 a tempo determinato, fino al conseguimento dei diritti per la stabilizzazione lavorativa, mai arrivata.

Dopo ricorso al Giudice del lavoro di Nocera Inferiore, era arrivato il reintegro, mai seguito dal riaffido. Aliberti aveva sempre difeso la sua scelta e il ruolo dell’avvocato nominato. Ora è arrivata la richiesta di interrogatorio successiva alla chiusura delle indagini preliminari: il sindaco risponderà alle domande del sostituto procuratore titolare dell’inchiesta Roberto Lenza, La linea difensiva del primo cittadino scafatese punta sull’assenza di profili professionali adatti a coprire il ruolo di vertice dell’ufficio legale, a detta del sindaco “dimostrabile documentalmente”.

L’attuale attività che vede sotto accusa il sindaco era arrivata a breve distanza da una precedente inchiesta puntata su nomine sospette. Lo stess pm aveva seguito un fascicolo riguardante il bando contestatissimo per il posto di Architetto al comune di Scafati, seguito da ricorsi al Tar presentati da numerosi esclusi dalla graduatoria. La storia aveva registrato una dura presa di posizione ufficiale del presidente dell’Ordine degli Architetti di Salerno, con richiesta di annullamento della prova.

In quelle carte c’erano master, laurea e altri titoli con relative autocertificazioni, con l’intera posizione concorsuale finita al vaglio della procura. L’accusa ipotizzava reato di falso per la beneficiaria del contestato posto in graduatoria, l’architetto Frine Carotenuto. La professionista venne sentita dal pm tra le polemiche sollevate dall’opposizione politica, ipercritica nei confronti del lavoro amministrativo della giunta Aliberti. Poche settimane fa il sindaco si era scontrato duramente con la stampa, per l’ennesima volta, indispettito per la diffusione di notizie riguardanti attività investigative antimafia nei confronti della sua amministrazione.

Alfonso T. Guerritore

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