Scafati

Aliberti e i “fedelissimi” pronti al ricorso al Tar

L’ex sindaco: «Attendo di conoscere le motivazioni, poi deciderò cosa fare...». Bordate dal Pd e Fratelli d’Italia, i “grillini” mobilitano tutti i loro sostenitori

SCAFATI. L’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, accusato di corruzione elettorale con l’aggravante mafiosa in occasione delle elezioni amministrative nel 2013, e di voto di scambio politico-mafioso per le regionali del 2015, è stato uno dei primi a commentare la notizia dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni malavitose. Lo ha fatto attraverso i social sottolineando di aver tenuto sempre a distanza la camorra da Palazzo di Città: «Sono certo – ha scritto - della legittimità degli atti prodotti e della camorra che sempre abbiamo tenuto a distanza, adottando anche atti forti. Leggeremo le motivazioni e insieme agli avvocati valuteremo, da subito, un eventuale ricorso al Tribunale Amministrativo. È giusto che paghi chi ha commesso errori, non è giusto penalizzare una comunità se non ci sono chiari e validi elementi di condizionamento. È una battaglia di giustizia nei confronti degli scafatesi tutti perché sono certo che il sindaco e i loro rappresentanti istituzionali li hanno scelti sempre in libertà e nella democrazia».

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Sulla vicenda si sono susseguite le reazioni dell’ex maggioranza. Così Teresa Formisano: «Sono certa come amministratore di non aver mai lavorato con la camorra ma con persone oneste e perbene iniziando dal sindaco». Questa la dichiarazione di tutti i fedelissimi di Aliberti: «Attendiamo fiduciosi le motivazioni che hanno indotto a tale decisione. Scioglimento a cui è possibile presentare ricorso avendo in noi consapevolezza nell’ aver visto agire in ogni occasione questa amministrazione con trasparenza e correttezza. Non in modo solo formale ma sostanziale. Alla luce di tale certezza, difenderemo sempre questa esperienza politica e amministrativa con la speranza di far valere la verità».

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Dure le reazioni degli ex esponenti di minoranza: «Ora è ufficiale, la camorra era nelle istituzioni e ha condizionato la vita amministrativa della nostra città – ha dichiarato Marco Cucurachi del Pd – Non ci sono alibi, non ci sono scuse, chi ha governato in questi otto anni, accusando l’opposizione vera di tutto e di più, ha la responsabilità delle estreme e nefaste conseguenze del fallimento politico, così come abbiamo sempre segnalato nei Consigli comunali, nelle Commissioni, nei dibattiti e nelle Piazze. Abbiamo sempre detto la verità agli scafatesi per amore, per estrazione ed appartenenza». Margherita Rinaldi, segretaria Dem aggiunge: «Nessuno esulta per questo epilogo che ferisce tutta la città. Sono convinta che ripartendo da quelle si può lavorare ad una stagione nuova. Ci attendono anni difficili ma sapremo ricostruire dalle macerie una nuova identità per Scafati». Per Angelo Matrone di Fratelli d’Italia «Scafati ha subito l’onta del secondo scioglimento dopo il primo negli anni Novanta. Si tratta di una pagina tremenda, di cui deve ritenersi responsabile l’intera classe politica. Abbiamo vissuto otto anni difficili e tremendi, che adesso paghiamo. Inutile parlare di elezioni o alleanze, visto che si andrà a votare almeno tra due anni. Scafati ha perso la faccia. Il merito va a chi l’ha governata fino a dicembre. Qui non si tratta di essere oppositori feroci. Voglio vedere chi ha il coraggio di definire il Governo Gentiloni nemico dell’ultima maggioranza che abbiamo avuto in città». E Mario Santocchio di Fratelli d’Italia: «Adesso vanno azzerate tutte le società partecipate e riorganizzata la macchina comunale ai principi di trasparenza imparzialità ed efficienza. Scafati deve tornare un paese normale dove tutti i cittadini hanno gli stessi diritti e doveri». Sulla vicenda interviene anche Angelo Tofalo, M5S: «Noi continuiamo con il massimo impegno di tantissime persone, associazioni, piccoli e medi imprenditori, giovani e persone della società civile a fare un percorso diverso. Un percorso sano, basato sulla competenza e sulla partecipazione. Dobbiamo arrivare super preparati per essere in grado di governare al meglio un territorio molto complesso e difficile». Per Francesco Carotenuto di Scafati Arancione, è stata «una fine ingloriosa, che ci macchia e ci ferisce. Ma saremo capaci di rialzarci, come abbiamo sempre fatto».

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