Alcatel conferma: la fabbrica chiude

La multinazionale taglierà 586 posti in Italia. Ombre sull’impegno della Sesa ad assorbire i dipendenti del Centro ricerche

Il futuro dello stabilimento Alcatel di Battipaglia è ancora appeso ad un filo. Ieri, a Roma, riunione fiume presso gli uffici del Ministero dello Sviluppo Economico. Dall'incontro sono venute fuori poche certezze e molte incognite. A partire dalle reali volontà e potenzialità della Sesa spa, azienda con sede legale a Roma e filiali al Nord Italia che dovrebbe assorbire 40 lavoratori attualmente impiegati al Centro Ricerca e Sviluppo di Battipaglia.

La Regione si è detta disponibile a sostenere la società subentrante con opportuni finanziamenti, ma chiede in cambio precise garanzie occupazionali. D'altra parte non potrebbe essere altrimenti, vista la mole economica e sociale della cessione di ramo d'azienda da parte di Alcatel.

La Sesa al momento non realizza alcun tipo di prodotto, ma svolge un'attività di consulenza nell'ambito di specializzazioni e soluzioni informatiche anche per operatori telefonici, sviluppando piccoli componenti software per altre aziende. Ieri, nel corso della prima parte dell'incontro, i delegati della Sesa hanno dichiarato di voler creare un gruppo di ricerca e sviluppo con i 40 nuovi arrivi da Alcatel, individuando anche qualche prodotto da realizzare, grazie anche ad un nuovo cliente dal Brasile. Al momento, la Sesa darebbe lavoro a circa 200 persone, ma molte di queste non sarebbero dipendenti, bensì consulenti esterni.

I rappresentanti sindacali presenti all'incontro si sono mostrati perplessi di fronte alla cessione di ramo d'azienda alla Sesa, chiedendo un piano dettagliato che dovrebbe essere presentato nel corso di un'altra riunione al Mise già fissata per venerdì 25 ottobre. Le stesse garanzie, insomma, che vuole anche la Regione prima di parlare di finanziamenti oppure opportunità di sviluppo condiviso.

All'incontro hanno preso parte anche l'assessore regionale al lavoro Severino Nappi, che tuttavia ha dovuto lasciare molto prima la discussione a causa di un incontro al Ministero dell'Interno, e l'assessore provinciale di Salerno, Esposito. Nel pomeriggio si è parlato più diffusamente della situazione relativa all'Alcatel. I dirigenti della multinazionale, alla presenza anche del sottosegretario Claudio De Vincenti, hanno confermato la necessità di procedere a 586 licenziamenti in tutta Italia, in particolare nei siti minori di Battipaglia e Rieti (Vimercate sarebbe toccata solo marginalmente). Questo porterebbe quasi certamente alla chiusura del Centro Ricerca e Sviluppo di Battipaglia. La causa, stando a quanto rivelato dall'Alcatel, sarebbe nel drastico calo delle vendite dei prodotti del gruppo. I delegati della Regione Campania e della Regione Lazio hanno offerto il loro supporto per tentare di salvare gli stabilimenti di Battipaglia e Rieti. Dell'Alcatel si discuterà, con piano industriale e relativi numeri dettagliati dei licenziamenti per ogni stabilimento, il 30 ottobre al Mise. Sembra andare meglio alla Btp Tecno, che pare abbia trovato un accordo iniziale sulla turnazione dei 130 lavoratori interinali in seno allo stabilimento ex Alcatel. Le Federazioni Felsa Cisl e Nidil Cgil, insieme alle Rsu e alle Rsa, hanno sottoscritto un accordo con la Btp Tecno, alla luce della grave situazione di crisi venutasi a creare, per quanto riguarda la turnazione dei circa 130 lavoratori somministrati. Attualmente gli operai che lavoravano erano 15 e ora, in base all'anzianità di lavoro, tutti ritorneranno operativi con un blocco dei recuperi.

Francesco Piccolo

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