LA DECISIONE

Albanella, due settimane in cella da innocente: risarcita

Giro di sfruttamento di lavoratrici dell’Est: la donna di nazionalità rumena assolta dalle accuse

ALBANELLA - Assolta in tribunale, risarcita per l’ingiusta detenzione. Felicia Stoica , 40enne rumena residente ad Albanella, era finita in carcere e poi sul banco degli imputati per lo scandalo degli Alburni: un giro di sfruttamento delle signore dell’Est balcanico. Difesa dall’avvocato Pietro Fasano , Stoica è stata assolta dalle accuse mosse nei suoi confronti per non aver commesso il fatto. La Corte d’Appello di Salerno le ha riconosciuto l'ingiusta detenzione e un risarcimento di 6mila e 300 euro per aver trascorso due settimane in carcere. Il pm Elena Cosentino nel dicembre del 2018 aveva chiesto la condanna a 6 anni e 6 mesi per la donna e per il suo convivente, Domenico Guarracino , e un anno in meno per il barista di Castelcivita Domenico Lucia . I giudici della Terza Sezione penale di Salerno decisero la non sussistenza dei fatti ascritti a Stoica e Guarracino. Il pensionato è stato assolto per prescrizione mentre alla compagna rumena è stata riconosciuta l’ingiusta detenzione.

Dei tre imputati, solo Domenico Lucia, è stato condannato, con le attenuanti generiche, a due anni di reclusione per tentata violenza sessuale in danno di una cittadina rumena assunta nel bar della presunta “tratta dei Balcani” alle pendici meridionali degli Alburni, insieme ad altre sei connazionali. L’inchiesta dell’Arma dei carabinieri era scattata nel 2013 a seguito di una denuncia a carico dei tre futuri indagati per sfruttamento della prostituzione, estorsione e intermediazione del lavoro nero.

Ai militari della stazione di Castelcivita fu presentato il racconto dei “viaggi della speranza” dall’est Europa fino a a Campolongo di Eboli. L’allora 35enne, proveniente dalla Romania, denunciò di essere stata vittima di continue avances sessuali e di minacce di licenziamento da parte del suo datore di lavoro e l’esistenza di un vero e proprio reclutamento di badanti, smistate dai “caporali” di zona nelle diverse famiglie della piana del Sele o in attività commerciali. I viaggi, stando alla deposizione della parte lesa, erano organizzati proprio dalla Stoica e dal suo compagno che in cambio trattenevano parte dello stipendio mensile delle “reclute” come pigione della mediazione. Tuttavia, l’accusa si è poi affievolita. Le stesse badanti chiamate in causa si sarebbero contraddette nel corso del processo, indebolendo il teorema della Procura fino ad estinguerlo.

Cljo Proietti