Al timone di un’azienda Crescono le imprese in rosa

Sono 252 in più rispetto al 2015 quelle registrate presso la Camera di Commercio Servizi alla persona, sanità e istruzione i segmenti più gettonati tra il gentil sesso

Sempre più donne decidono di mettersi in proprio e di tentare l’avventura imprenditoriale. È questo il dato che emerge dal report della Camera di commercio di Salerno, relativo al 2016. Un anno positivo, tant’è che al 31 dicembre sono ben 27.768 le attività guidate da rappresentanti del gentil sesso, pari al 23 per cento del totale delle imprese registrate in città e provincia.

E che la curva sia in salita lo confermano anche i dati meramente statistici, che evidenziano un incremento, rispetto al 2015, di 252 imprese femminili, pari a un tasso di sviluppo dello 0,9 per cento, leggermente meno intenso rispetto all’andamento registrato dall’intera struttura imprenditoriale provinciale (1,2 per cento). Dalla comparazione dei vari dati, inoltre, viene a galla anche un altro importante trend: l’impresa al femminile, seppur da un punto di vista strutturale possa apparire ancora debole (sono circa 19mila ditte individuali, pari al 68 per cento del totale delle imprese femminili), sembra, però, proiettata verso un’organizzazione più moderna.

Ogni giorno del 2016, infatti, è stata registrata una società di capitale “rosa” in più (in totale 393, che rappresentano una crescita annua del 7,9 per cento). In riduzione, di contro, sono le ditte individuali, che cedono 76 posizioni (-0,4 per cento). Scendendo nei particolari e andando ad analizzare i singoli settori, viene messo il risalto come le imprese femminili siano maggiormente raccolte nel settore terziario, dove operano circa i due terzi (oltre 17mila) del totale e nel settore primario, in cui si concentra il 19 per cento. Gli ambiti operativi maggiormente gettonati, sono quello dei servizi alla persona, della sanità e l’istruzione.

Comparti, questi ultimi, in cui la componente femminile ha un peso percentuale più consistente, arrivando complessivamente quasi al 35 per cento. Nella particolare classifica, subito dopo, si trovano le attività agricole e quelle turistiche, ovvero le attività di alloggio e ristorazione, che presentano un tasso di femminilizzazione, rispettivamente del 31 per cento e del 29 per cento. Anche il commercio rappresenta un terreno fertile per le donne, tant’è che quasi 1 impresa ogni 4 è a conduzione femminile.

Di contro, si confermano territori tradizionalmente maschili le costruzioni (in questo caso solo il 9 per cento è la presenza di imprese guidate da donne) e i trasporti e le spedizioni (13 per cento). Da un punto di visto numerico, infine, il commercio (33 per cento), l’agricoltura (19 per cento) e il turismo (10 per cento) sono i settori nei quali ci sono più donne al comando delle imprese.

E proprio il settore turistico, è quello che presenta maggiori possibilità di sviluppo anche in prospettiva, al punto che nel 2016 è stato il più dinamico (4,7 per cento è il tasso di crescita annuo), mentre, sul fronte opposto, c’è una perdita di imprese femminili per l’agricoltura (-0,8 per cento ) e il commercio (-0,6 per cento).

Gaetano de Stefano

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