Salerno

Al Seminario un parco con troppe insidie

Molte le zone inaccessibili nella grande area in via Valerio Laspro tra spazi inutilizzati e pericoli per i bambini

SALERNO. Sicuramente il più “selvaggio” tra quelli presenti in città, il parco del Seminario, grande area verde della parte alta di Salerno, sembra un camping a terrazze che si affaccia sul golfo che si scorge, maestoso, tra gli eucalipti e i pini che popolano rigogliosi i circa 30mila metri quadrati di area attrezzata. Persino il profumo di resina che accoglie i visitatori quando superano i cancelli di via Valerio Laspro sa di villeggiature in tenda, di campeggi estivi e di vacanze nella natura.

I terrazzamenti. Un campeggio “vintage” però, di quelli rimasti invariati nel tempo, dove nessun incisivo intervento di modernizzazione è stato fatto negli anni al fine di renderlo più accogliente e fruibile. Certo, in buona parte è privo di barriere architettoniche, le scalinate principali sono provviste di scivoli – forse un po’ troppo stretti e ripidi per consentirne l’utilizzo a chi è in carrozzina – e qualche anno fa l’Amministrazione ha arricchito l’area con una piccola zona giochi per i più piccini ma, di fatto, è un parco sottoutilizzato e inaccessibile in molti suoi punti. A tratti pericoloso.

Le zone off limits. Il primo ostacolo lo si incontra dopo aver percorso poche decine di metri dall’entrata nord (la seconda percorrendo via Laspro) quando il cammino viene bloccato da una staccionata posizionata in modo maldestro al fine di sbarrare gli scalini che portano a terrazzamento inferiore senza corrimano e senza protezione, praticamente a picco sul vuoto. Un bambino potrebbe tranquillamente infilarsi tra le assi di legno e superarla senza difficoltà. Arrivando allo spiazzo soprastante l’ingresso si vede un’altra scalinata, questa volta in salita, chiusa con la stessa modalità. Anche qui piccole travi di legno vietano l’accesso. A rendere ulteriormente insidiosa la passeggiata nel parco ci sono poi alcuni punti in cui le radici degli alberi hanno vinto sulla pavimentazione che, diventata sconnessa, crea sgambetti naturali. Ma continuiamo verso sud, calpestando aghi di pino e foglie e facendo slalom tra grosse pigne cadute dalle fronde degli alberi.

I servizi. Il parco, come si legge sul sito del Comune, è gestito dalla cooperativa Socofasa ed è sede di attività sportive destinate ai giovani con campi sportivi polivalenti per partite di calcetto, pallavolo, tennis e pallacanestro. I percorsi natura, disegnati all’interno dell’oasi di collina, sono il luogo ideale per training agonistici e amatoriali. E infatti i principali frequentatori del parco sono gli sportivi anche se, vista la conformazione dell’area, la corsa risulta oltremodo problematica. Esiste, accanto ai campi sportivi, un chiosco che però sembra seguire orari discrezionali, forse dettati dalla presenza o meno di visitatori.

Dell’impianto di diffusione sonora di cui si parla sul sito del Comune non v’è traccia, a far da colonna sonora della passeggiata è solo il canto, sicuramente suggestivo, delle cicale. E descrivere “artistica” l’illuminazione che “valorizza gli angoli più suggestivi del parco” sembra un tantino esagerato in quanto a evitare che il grande parco rimanga al buio ci pensano dei semplici fari e dei lampioni. Che sicuramente non bastano a garantire grande sicurezza.

La sicurezza. Nel nostro giro di perlustrazione non è stato avvistato nè un custode nè un giardiniere, il che fa presumere che il bel parco a servizio dei cittadini della parte alta della città venga considerato come un luogo poco sorvegliato e, quindi, zona franca.

L’uso dello spazio. Peccato che anche questa grande area non venga utilizzata per eventi e manifestazioni ma si riduca, nei mesi invernali, a panoramico nascondiglio di studenti in cerca di un luogo dove non essere visti quando marinano la scuola.

(2- segue)

La prima puntata sul parco del

Mercatello è stata pubblicata

mercoledì 10 agosto; la seconda su parco Pinocchio e parco urbano dell’Irno sabato 13 agosto.

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