vertenza in ospedale 

«Al Ruggi troppi straordinari» I sindacati minacciano lo stop

Al “Ruggi d’Aragona” i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione e puntano a organizzare un presidio davanti alla palazzina amministrativa dell’ospedale. Dopo la comunicazione, giunta già in...

Al “Ruggi d’Aragona” i sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione e puntano a organizzare un presidio davanti alla palazzina amministrativa dell’ospedale. Dopo la comunicazione, giunta già in azienda e in Prefettura, sullo stato di agitazione di una parte dei medici, che minacciano di sospendere i turni “extraordinari”, oggi il segretario generale della Cisl, Pietro Antonacchio, dovrebbe bussare alla porta dei vertici aziendali. Se non ci saranno spiragli di apertura sulla vertenza, il sindacato organizzerà un presidio, probabilmente per venerdì prossimo, e dovrebbe essere sostenuto anche da altre organizzazioni sindacali.
L’insoddisfazione è stata motivata con mancati riconoscimenti economici ed è crescente non solo da parte dei medici ma nel comparto sanitario in genere, a partire dagli infermieri. Ora che le elezioni dei rappresentanti dei lavoratori in azienda sono alle spalle e la Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) si è formata, i sindacati sono pronti a dare battaglia. Fibrillazioni anche al “Fucito” di San Severino, rispetto alla programmazione dei turni straordinari di lavoro senza preventivi accordi sindacali. Una questione che ha inasprito ulteriormente i rapporto con i rappresentanti dei lavoratori, che temono anche un’applicazione delle stesse disposizioni per gli altri presidi aziendali, “Ruggi” incluso. Non a caso è stata chiesta la convocazione della Rsu e si sollecitano i dirigenti a trovare insieme soluzioni alternative con il direttore generale Giuseppe Longo i suoi più stretti collaboratori. I sindacati non hanno condiviso che a partire dal prossimo 15 maggio sia «istituito il turno di pronta disponibilità notturna e festiva a cui parteciperà tutto il personale in indirizzo», cioè 17 dipendenti in gran parte operatori sociosanitari . L’attivazione del provvedimento è stata motivata con la «necessità di garantire a tutte le unità operative (reparti, ndr) e alle sale operatorie le attività del profilo professionale di appartenenza». Anche per questa disposizione le sigle sindacali protestano, rilevando «il già abnorme ricorso al lavoro straordinario». I sindacati pertanto puntano il dito contro l’Azienda ospedaliera universitaria, che «da anni non ha deliberato un regolamento sulla pronta disponibilità, perché non c’è stata trattativa sindacale e non c’è soluzione in vista dell’approssimarsi del periodo estivo».
Marcella Cavaliere
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