il caso

Al "Ruggi" pazienti e rifiuti trasportati nello stesso ascensore

Accade nel tragitto dal reparto di rianimazione alle sale operatorie. La figlia di una donna ricoverata: «Le norme igieniche sono ignorate»

SALERNO. Nello stesso ascensore vengono accompagnati i pazienti diretti alle sale operatorie e trasportate le buste dei rifiuti destinate allo smistamento. La denuncia arriva da una donna che risiede a Salerno, R.D.S., e che da quasi due settimane si reca al “Ruggi” per fare visita alla madre, ricovera nel reparto di Rianimazione. La donna tiene a fare una premessa e cioè che «i medici del reparto hanno grande professionalità e umanità, spiegano tutto nei dettagli, e anche gli infermieri sono gentili e disponibili, ma in ospedale c’è qualcosa che non torna dal punto di vista igienico, quando i pazienti devono lasciare il reparto per raggiungere le sale operatorie al piano superiore».

E racconta cosa ha visto. «Mia mamma è ricoverata da circa dieci giorni per un edema polmonare. Era intubata e coperta solo con un lenzuolo quando uscimmo dal reparto perché doveva sottoporsi a un intervento chirurgico, dopo pochi metri dall’uscita del reparto c’è l’ascensore che l’ha portata al piano superiore». L’intervento durò un’ora. Nell’attesa, dopo circa 20 minuti, la signora vide che «nello stesso ascensore dove era da poco entrata la madre e dove c’è scritto che l’utilizzo è riservato esclusivamente al trasporto degli infermi, e infatti l’ascensore si apre solo con una chiave, era entrato, senza porsi alcun problema, un addetto alle pulizie. Aveva con sé un carrello pieno di sacchi della spazzatura, secchi e altro. A dirla tutta – aggiumge – nello stesso ascensore ho visto entrare anche i carrelli per gli alimenti, ma credo siano sigillati».

La scena dei rifiuti non le è piaciuta affatto. «Per evitare che noi familiari portiamo germi nel reparto, ci consegnano la mascherina da indossare per coprire la bocca e, sulla base dello stesso e giusto principio, ci danno anche un camice da indossare e un rivestimento per coprire le scarpe. Però poi gli addetti alle pulizie possono entrare negli ascensori dove trasportano gli ammalati che vengono protetti da infezioni e germi in Rianimazione. E dov’è l’igiene?», si chiede la signora che critica anche altre cose.

«Non è pulito neanche il tratto del corridoio che dalla Rianimazione va all’ascensore. Dubito ci sia una grossa igiene. Le pulizie vengono fatte in modo approssimativo, ho visto lavare con l’acqua nera non cambiata nel secchio. Oppure l’acqua è stata cambiata nel piazzale fuori e poi ho visto l’addetto entrare nel reparto dove si trova mia madre. Mi chiedo che senso abbia usare le precauzioni, se poi entra il personale per le pulizie senza curarsi di perfette condizioni igieniche», racconta la donna.

Il giorno dell’intervento la signora, insieme ai suoi familiari, ha dovuto chiudere i vetri delle finestre lungo il corridoio, «perché ci sono spifferi ovunque e pure i malati escono dal reparto per andare nell’ascensore praticamente nudi e intubati come lo era mia madre. Le porte del corridoio si dovrebbero chiudere, altrimenti non capisco che funzione abbiano, visto che ci sono. Si potrebbe delimitare l’area ed evitare che si passi dalle temperature estive del reparto a quelle, ben diverse, di fuori». Infine, l’ascensore dedicato è molto utilizzato e quindi a volte si aspetta un po’ troppo prima che arrivi. Un’attesa che andrebbe risparmiata ai pazienti in procinto di essere operati.