Al pronto soccorso per la febbre «Va cambiata l’assistenza di base»

L’ospedale Ruggi intasato da accessi “inappropriati”. «I medici di famiglia devono fare da filtro» Cgil: «Mai realizzate le case della salute». Oggi potrebbe essere rimosso il blocco dei ricoveri ordinari

Barelle nei corridoi, spazi super affollati, medici ed infermieri che vanno avanti ed indietro. La situazione del pronto soccorso del “Ruggi” in questi giorni è al collasso. La causa? Il picco influenzale che porta in ospedale anche persone che potrebbero essere curate tranquillamente a casa. Arrivano ad esempio tanti anziani che hanno uno stato di salute già precario, indebolito dal freddo e dall’influenza. «Effettivamente il sabato e la domenica con gli studi medici chiusi il pronto soccorso rappresenta l’unico punto di riferimento» ammette il direttore generale del “Ruggi”, Viggiani. Molti casi di accesso sono “inappropriati” e la dimostrazione è che in questi giorni di super lavoro i codici rossi sono stati scarsi. Pazienti che non hanno nient’altro che la febbre e che non vengono scoraggiati dai ticket. «Ormai i pronto soccorsi sono considerati come unico punto come curarsi» si lamentano i medici. E i dipartimenti di emergenza s’intasano. Dall'uno al 5 gennaio gli accessi al pronto soccorso sono stati 1500 nei presidi dell'azienda ospedaliera, 1200 nel solo ospedale “Ruggi”. Ci sono state 220-250 richieste di prestazioni al giorno. Uno ogni 5 minuti. Numeri superiori alla media che hanno costretto medici e ausiliari ad un superlavoro. «Il filtro deve essere attuato dal medico di base - dice Angelo Gerbasio, responsabile dell’area critica del “Ruggi” e direttore sanitario dell’ospedale - Molti accessi al pronto soccorso sono inappropriati, alcune patologie possono essere tranquillamente curate a case. La dimostrazione è il fatto che oggi (ieri n.d.r.) è arrivato in ospedale solo un codice rosso, domenica due». «La situazione del pronto soccorso - dice Margaret Cittadino, della segreteria della Cgil Funzione pubblica - è la conseguenza di due problematiche: la carenza dei posti letti diminuiti per la riduzione del personale, il filtro territoriale che non funziona perché non vengono applicate le normative regionali in particolare quelle che prevedono le case della salute che dovrebbero garantire assistenza 24 ore su 24 e funzionare con i medici di base e il personale infermieristico e tecnico-sanitario. In più la guardia medica non è formata in maniera continua, quindi non è adeguata al compito. Non è stato mai creato inoltre il dipartimento unico emergenza-urgenza tra Asl e ospedale». Domenica gli accessi al pronto soccorso sono stati 193, due i codici rossi, 22 i ricoveri nei reparti del “Ruggi”. «La situazione va lentamente migliorando - spiega il direttore generale Viggiani - Abbiamo registrato flussi accettabili rispetto ai picchi che si sono avuti a metà della scorsa settimana». Oggi è previsto un vertice tra il direttore generale e quello sanitario. «Se saranno confermati i dati di questi giorni - spiega Gerbasio - rimuoverò il blocco dei ricoveri ordinari e tutto tornerà alla normalità». Domenica intanto si è verificato un guasto all’ascensore del “Dal Procida” e per un’ora e mezzo un addetto alle pulizie è rimasto dentro. Secondo i sindacati, la causa è il fatto che la ditta per la manutenzione lavora fino alle 16 e il sabato e domenica c’è un numero verde.

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