Al posto dei locali un pugno di mosche

Con il sequestro di piazza della Libertà rischiano di naufragare pure i progetti degli imprenditori della nuova movida

Mentre sulla vicenda legata all’ennesimo sequestro dei lotti di piazza della Libertà si sta scatenando una ridda di polemiche politiche, con scambi di accusa tra maggioranza e opposizione; mentre si cerca di trovare una soluzione per il mega progetto – e anche i soldi per finirlo – in mezzo a tutto questo c’è chi da tempo sta alla finestra a guardare e, soprattutto, ad aspettare. Sono gli assegnatari degli undici locali che avrebbero dovuto animare la movida della piazza a mare «più grande d’Europa», che da oltre un anno attendono, con sempre meno speranze, di poter finalmente mettere piede in quei metri quadrati che per loro rappresentano il futuro ma, ancora di più, un’occasione per tentare di uscire dalla morsa della crisi che ha colpito anche il commercio e l’intrattenimento.

Il 7 marzo scorso, all’indomani dello stop ai lavori notificato all’impresa costruttrice – l’Esa – da parte dei carabinieri del Noe di Salerno, che su disposizione della Procura aveva sequestrato l’area, un gruppo di imprenditori salernitani decisero di esternare tutta la loro amarezza e rabbia per una vicenda che – ed oggi è ancora più lecito dirlo – sembra davvero infinita. Chiedevano «rispetto e tutela» per chi, come loro, ha scelto di investire in questa città, anche sull’onda lunga del successo di grandi eventi. Chiedevano di essere ascoltati dal sindaco Vincenzo De Luca e dall’amministrazione comunale. Dopo mesi di silenzio, anche a scopo precauzionale, ci fu chi aveva scelto di romperlo e di raccontare parte della loro piccola odissea, tra stop ai lavori, intoppi burocratici e bombe della seconda guerra mondiale. L’unica salvezza è stato il coraggio di non arrendersi e di andare avanti. Molti degli imprenditori che avevano partecipato al bando dell’amministrazione comunale e si erano aggiudicati i box sotto il colonnato della piazza, oggi continuano ad operare nel settore della ristorazione e dell’intrattenimento, senza però distogliere l’attenzione dalle vicende che riguardano piazza della Libertà. Qualcuno sta andando avanti in un’azione legale che, si spera, possa quantomeno tutelarli e magari recuperare anche parte delle spese fin qui sostenute, pur non essendo mai entrati fisicamente nei locali. E, nonostante le rassicurazioni di Palazzo di Città, la vicenda ha ormai preso tutt’altra piega. E a pagare, fino ad oggi, sono stati solo questi imprenditori, alcuni anche giovani, che hanno creduto nel progetto dell’amministrazione comunale di creare un grande polo dello shopping e del divertimento a due passi dal mare, ma che si sono ritrovati soltanto con un pugno di mosche in mano e tante promesse non mantenute.

Mattia A. Carpinelli

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