Al Museo dello sbarco per un tuffo nella storia

Ieri pomeriggio convegno col primo cittadino di Mignano Monte Lungo Il ricordo di Gonzaga e Capone, medaglie d’oro salernitane della Resistenza

Per il 61esimo raduno nazionale, i bersaglieri a Salerno si confrontano anche con la storia più recente. Lo hanno fatto ieri pomeriggio, al Museo dello sbarco di via Generale Clark, in occasione del convegno di studi “Operazione Avalanche e Salerno Capitale”. Ci si è soffermati in particolare sulla riorganizzazione dell’esercito italiano dopo l’armistizio dell’8 settembre. Una ruolo quello dei nostri soldati, troppo spesso considerato parzialmente, nascosto dalla troppo facile immagine di un esercito allo sbando. «In realtà le cose andarono diversamente e l’analisi è molto più complessa – ha spiegato il direttore del museo, il professore Nicola Oddati – di ottocentomila soldati italiani solo cinquantamila aderirono alla Repubblica di Salò. Gli altri furono internati nei campi di concentramento. Di questi cinquantamila vi morirono. Bisogna poi ricordare il ruolo che i nostri ebbero al fianco degli alleati con la battaglia di Mignano Monte Lungo». Un aspetto quest’ultimo approfondito ieri a Salerno con la presenza del primo cittadino di Mignano, il sindaco Antonio Verdone. Mignano fu il campo, nel 1943, di due importanti battaglie per la presa di monte Lungo, quest’ultimo toponimo fu aggiunto successivamente all’originario, proprio per fare memoria di quegli scontri in cui morirono in tanti per liberare l’Italia. «Fu quello – ha aggiunto Oddati – la prima occasione in cui italiani e alleati combatterono insieme». Il raggruppamento, rappresentato da soldati di tutta Italia, venne incaricato di partecipare allo sfondamento della Linea del Volturno. Dal canto loro, per opporsi alla avanzata nemica, i tedeschi avevano fatto saltare in aria anche molte abitazioni civili. A rappresentare i bersaglieri ieri a Salerno, il generale Angelo Agata, presidente interregionale dell’associazione nazionale bersaglieri. Sono state ricordate anche due figure di eroismo locale. Furono infatti salernitane le prime due medaglie d’oro della Resistenza: il generale Ferrante Maria Gonzaga, che alla richiesta di resa da parte dei tedeschi rispose: «Un Gonzaga non si arrende» e fu subito ucciso; e il maggiore salernitano Pasquale Capone che a Cava de’ Tirreni si oppose ad una rappresaglia di civili e mise in fuga i tedeschi. Questi poi tornarono e lo fucilarono. Gli appuntamenti co-organizzati dall’associazione bersaglieri e dal museo proseguiranno domani presso la teca di via Generale Clark con l’incontro dei bersaglieri “I giovani e le curiosità”.

Paolo Romano

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