Al Campus arriva l’iscrizione part time per i fuori corso

La procedura è stata già approvata dal Senato accademico Tasse in proporzione agli esami ancora da sostenere

Spending review e studenti fuori corso? Una possibile soluzione arriva dai rappresentanti dell'Ateneo salernitano. Nella cittadella universitaria di Fisciano, infatti, c’è una nuova strada che i giovani indietro con gli esami potranno percorrere per evitare la scure degli aumenti vorticosi delle tasse: è quella dell’iscrizione part-time. La procedura, approvata nei giorni scorsi dal Senato accademico, consentirà agli studenti che hanno poco tempo da dedicare ai libri, di evitare il pagamento totale della retta se si gli esami che li separano dalla tanto agognata coroncina d’alloro sono ormai pochi. Nello specifico, potranno chiedere l’iscrizione a tempo parziale gli immatricolati, in qualità di fuori corso, in debito di massimo trenta crediti formativi, se frequentanti corsi di laurea triennali, o quarantacinque crediti per corsi di laurea magistrale (specialistica) o del vecchio ordinamento. «Stiamo aspettando che il decreto completi il suo iter - ha spiegato il presidente del Consiglio degli studenti, Marta Mango - ma, entro pochissimi giorni, la segreteria dovrebbe già procedere al caricamento del modulo per la presentazione della domanda. I tempi sono stretti e, sicuramente, quest’occasione è preziosa per quei laureandi che si vedono soffocati da tassazioni a volte troppo elevate». I bollettini saranno scaricabili dall’area utente riservata ad ogni studente sul sito www.unisa.it. Intanto, nelle aule, torna a farsi sentire l’esigenza di accendere i riflettori sul tema del diritto allo Studio e, questa volta, l’Università di Salerno vuole essere capofila nel coinvolgere, su tale tematica, le altre università campane. «La settimana scorsa abbiamo dato vita al primo tavolo regionale della rappresentanza studentesca - ha chiarito Mango - all’incontro erano presenti i delegati delle tre università napoletane, la Federico II, la Parthenope e l’Orientale. L’obiettivo - ha spiegato il presidente - è quello di intraprendere un percorso, un dialogo, il cui punto focale sia lo studente ed i suoi diritti, troppo spesso dimenticati». Tanti i punti messi in evidenza durante il dibattito, con una particolare attenzione per le borse di studio, da assegnare su due parametri fondamentali: il merito e la condizione economica riferita all’Iseu, valutata rispetto ad un tetto massimo nazionale. Nel mirino anche l’importo del finanziamento che - secondo i rappresentanti - andrebbe stabilito in relazione alla tassa regionale e al reddito pro-capite medio del territorio. Altro punto centrale è la ridefinizione della condizione di studente pendolare e fuori sede, da riportare ai parametri pre-vigenti, accompagnata da uno studio sull’attuale servizio di trasporto pubblico regionale. Non meno necessaria è la regolamentazione del fondo al diritto allo Studio, al fine di evitare che questo rientri nel patto di stabilità. In ultimo, l’auspicio è che gli investimenti siano di origine non solo nazionale ma, soprattutto, regionale, senza, tuttavia, istituire un’azienda per il diritto alla Studio unica per l’intera Campania - come proposto dall’assessore Miraglia - perché in antitesi con le necessità degli studenti. «L’esigenza di aprire questo dibattito è scaturita dalla volontà, mostrata dal ministro Profumo, di riformare il settore del diritto allo Studio - ha continuato il presidente del Consiglio degli studenti – un diritto improntato sul merito che non poteva non essere approfondito alla luce della nostra esperienza. Continueremo con questi incontri, con la speranza che partecipino tutti gli atenei campani e con la consapevolezza che, ricominciando a fare pura rappresentanza studentesca, si riesca ad ottenere il massimo dalle nostre università».

Rita Esposito

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