IL BLITZ

“Aikido” incastrato da droga e pizzini

Spaccio nella Valle dell’Irno: il punto di riferimento delle gang tradito dal materiale trovato a casa del fornitore Coppola

MERCATO SAN SEVERINO - Chili di stupefacenti nella casa trasformata in deposito dall'uomo addetto alle forniture, ma anche pizzini che mettono nei guai il capo. L'inchiesta antidroga che ha permesso di sgominare due gang attive nella Valle dell'Irno ha delineato nei dettagli i ruoli dei componenti e la divisione delle mansioni nella gestione di diverse “piazze”.

Per quanto riguarda quella attiva tra Baronissi, Pellezzano e Mercato San Severino - che vedeva Giovanni “Aikido” Luzzi , al vertice - particolare interesse ha rivestito per gli inquirenti la figura di Carlo Coppola .

Quest'ultimo è emerso quale fornitore dello stupefacente: in pratica colui che si occupava dell'approvvigionamento per conto del gruppo di Luzzi. Una data significativa nel percorso che si è concluso giovedì mattina con dieci ordinanze di custodia cautelare (cinque in carcere e altrettante ai domiciliari) per i gruppi guidati da Luzzi e Barone è il 18 gennaio 2022 con la perquisizione ai danni di Coppola, successivamente tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

Nella sua casa napoletana, situata a Poggioreale, in base alle conversazioni con Luzzi (intercettato anche tramite spyware) ci sarebbe un grosso quantitativo di droga. In effetti l'abitazione a Napoli viene individuata come una struttura adibita a vero e proprio deposito della “merce” da immettere nelle piazze della Valle dell'Irno.

La prova è che dall'intervento dei carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Poggioreale viene fuori un sequestro pari a circa sei chili, con l'arresto di Coppola in flagranza di reato. Ma non è tutto. Ad attendere gli investigatori nella “base” ci sono anche dei pizzini. E a seguito di verifiche è evidente, per la polizia giudiziaria, che ci si trovi di fronte a elementi interessanti, che rivelano altre informazioni sui traffici della gang.

Le carte riportano quantità e prezzi delle forniture di cui Coppola si è occupato fino a quel momento. Dulcis in fundo, un biglietto che reca la scritta 'Gv'. Pochi dubbi qui sul fatto che siano iniziali e che la corrispondenza sia proprio con il capo, quel Giovanni Luzzi che la Procura riconosce quale “dominus” dell'organizzazione. Non è solo il blitz a Poggioreale indicazioni agli inquirenti su tali aspetti del “modus operandi” del gruppo. Altri riscontri ci sono con gli arresti di Daniele Abate (quest'ultimo promotore e gestore delle piazze e addetto al taglio e alla preparazione delle dosi) nonché dello stesso Luzzi, in un’operazione messa a segno a poco più di una settimana di distanza dalla perquisizione a casa Coppola. Siamo al 26 gennaio e gli investigatori, dai rilievi precedenti, hanno certezza che in casa del “capo” si trovi un misterioso (all'epoca) borsone di colore rosso contenente non solo stupefacenti ma una pistola con relative munizioni (verrà chiarito in seguito come l'organizzazione abbia disponibilità di armi). Scattano allora i controlli in cui Luzzi in prima persona finisce in manette.

I tre arresti, che hanno messo a nudo pure i meccanismi di contabilità del gruppo, sono la dimostrazione, per la Procura salernitana, del vincolo associativo che lega i soggetti indagati.

Francesco Ienco