Opere pubbliche

Ai privati la gestione dell’ex convento

Resta solo un dubbio per il futuro polo culturale di San Giovanni: spacchettamento oppure affidamento unico

CAVA DE' TIRRENI. Sale espositive, un museo civico, una caffetteria ed un ristorante. Una foresteria per accogliere gli ospiti che vorranno godere della vita culturale che offre il complesso monumentale e, più in generale, la cittadina di Cava de’ Tirreni.
Infine una sala teatro con un vero e proprio palcoscenico, con relativo sipario. Farà da cornice un profumato giardino, prima luogo di preghiera e di meditazione delle Clarisse e, più di recente, location di manifestazioni musicali e culturali in generale. La riqualificazione della mega struttura del complesso monumentale di San Giovanni, che si affaccia sul centralissimo corso Umberto I, nel cuore del centro storico di Cava, è terminata. I lavori sono iniziati già nel 2000, quando fu effettuato un imponente intervento di consolidamento. Sono proseguiti, poi, con la passata amministrazione Galdi e sono terminati solo di recente. Hanno richiesto uno sforzo economico di circa 3 milioni di euro ed ora il complesso attende solo di essere riempito di arte e di musica. In una parola di bellezza. Ma anche di ospiti e visitatori, che quella bellezza vogliono produrla o, più semplicemente, viverla e goderne. A breve, come sottolineato dal sindaco Vincenzo Servalli, «sarà emanato il bando per la gestione della struttura comunale». La sua redazione è stata affidata ad «un avvocato di Salerno, esperto in questo genere di progetti, ed è ancora in fase di stesura». Nulla, dunque, è stato ancora definito con certezza. Stabilire i criteri che dovranno essere rispettati per l’affidamento della gestione di una struttura così composita non è cosa facile. Lo ha ammesso lo stesso Servalli, il quale ha premesso che «il complesso monumentale è meraviglioso ed è stata ristrutturato in pieno accordo con la Soprintendenza. Sono stati usati solo materiali di primissima qualità, badando bene a realizzare un felice connubio tra modernità e tradizione. Al legno dei solai ed alle ceramiche, che sono un vanto della migliore tradizione artistica cavese, è stato affiancato l’acciaio». La bellezza della struttura, però, da solo non basta.
La sua gestione «richiede una serie di competenze diverse tra loro: si va dalla galleria d’arte, alla ristorazione e all’albergo. Insomma dobbiamo muoverci con cautela perché vogliamo che il complesso di San Giovanni si riempia di bellezza ed arricchisca la vita cittadina, ospitando eventi di alto livello». Anche da qui la difficoltà. Il sogno di Servalli è che San Giovanni diventi una fucina artistica e che ospiti rassegne teatrali, letterarie e artistiche anche internazionali, senza, però, perdere di vista il patrimonio storico-culturale di Cava. Non a caso la struttura è destinata ad ospitare il museo civico ed anche il museo della ceramica. E, su questo fronte, sono già tante le proposte. Ma nel concreto? Secondo Servalli la soluzione migliore è che sia individuato un gestore unico della struttura, in modo che si crei un circuito armonico nel quale un servizio sia di supporto all’altro. Non è escluso, però, che le diverse attività possano essere “spacchettate”.
Nel senso che i gestori possano essere in due imprenditori, pronti a collaborare per rendere efficiente e contiguo il meccanismo dell’accoglienza e della produzione artistica-culturale. Secondo indiscrezioni già diversi imprenditori hanno visitato e mostrato interesse per il complesso monumentale. «La gestione sarà affidata a chi presenterà la migliore idea. Sono ansioso di esaminare le varie proposte», ha concluso il sindaco.
Alfonsina Caputano
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