Ai lavoratori del mercato la statua di san Giuseppe

È quella che pesa di più e per portarla occorrono oltre cinquanta persone Tra loro molti hanno i capelli bianchi ma vanno avanti finché ce la fanno

Cinque assistenti, ovvero dieci braccia in più per sorreggere la statua di san Giuseppe, la più pesante, tra le più grandi, per portare la quale ci vorranno oltre cinquanta portatori. Sia i due capi paranza (e cioè coloro i quali aprono la squadra, Vincenzo De Simone e Raffaele De Martino), che il vice (che, invece, la chiude, e cioè Vincenzo Vessicchio) saranno assistiti, rispettivamente, da due e tre collaboratori. Storicamente è la paranza formata dai lavoratori del mercato, perché san Giuseppe, da sempre, è considerato il santo patrono della corporazione degli “artifices”, e cioè degli artigiani. Di coloro che vivono dei prodotti che creano, e che poi vendono. La statua di san Giuseppe, interamente realizzata in legno e simbolo derivato dalla storica Scuola medica salernitana, come ogni anno sarà la penultima ad entrare nel Duomo durante la solenne processione.

«La devozione e la volontà di essere presenti – ha sottolineato Vincenzo Vessicchio, simbolo della paranza di san Giuseppe e vice capo paranza - fanno sì che i membri delle paranze tramandino la tradizione di generazione in generazione, ecco perché, fino a quando ce la si fa, difficilmente le persone non confermano, anno dopo anno, la loro presenza, anche se ci sono tanti capelli bianchi in più».

Ecco i responsabili della paranza ed i loro assistenti. Capi paranza: Raffaele De Martino, Vincenzo De Simone. Vice capo paranza: Vincenzo Vessicchio. Assistenti: Mario De Caro, Aniello Accardi, Emilio Alfieri, Vincenzo Carpentieri, Domenico De Filippis. (d.t.)

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