IL CASO

Agropoli, La Porta: valanga di accuse dalla Procura

Il politico è agli arresti domiciliari per la truffa sui falsi corsi di formazione. A capo del sodalizio c’era Malandrino

AGROPOLI - Il consigliere Massimo La Porta deve rispondere di 256 capi di imputazione nell’indagine sui falsi corsi di formazione che lo ha condotto agli arresti domiciliari. Nell’associazione che ha in Concordio Malandrino e Gianfranco Soriano (indicato dal gip come il principale prestanome di Malandrino) i referenti verticistici, risultava dipendente della “società cartiera” di Cicerale, che aveva una consorella in Bulgaria.

Secondo la ricostruzione fatta dai finanzieri, Malandrino con il commercialista Alessandro Santi, Alessandro Isgrò e Antonio Ferreri erano i promotori, mentre Soriano, La Porta e Maria Rosaria Lopardi erano i partecipi del maxi raggiro fiscale. I proventi della “truffa carosello” finivano sui conti esteri degli indagati. I finanzieri di Agropoli hanno ricostruito le transazioni bancarie con le quali Concordio Malandrino, sul quale pendono ben 784 capi di accusa, un record, avrebbe trasferito – secondo la procura di Vallo della Lucania – una cifra prossima a 1,5 milioni di euro sui suoi conti personali dai quelli della “Tax and legal advisor”, la srl che fabbricava i falsi crediti di imposta per oltre 200 imprese in tutt’Italia. Parte dei soldi sarebbero stati usati nell’attività imprenditoriale per il ristorante Unami.

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