Agro: i cittadini sono i più disinformati

Oltre il 90 per cento dei Comuni ha adottato misure, ma i residenti non sanno dove cercarle

NOCERA INFERIORE. Piani di protezione civile esistenti o in corso di aggiornamento, ma spesso chiusi nei cassetti. È il quadro che emerge dai comuni dell’Agro dove, tranne qualche rara eccezione, per i cittadini è difficile sapere cosa fare e dove recarsi in caso di calamità. Le note positive vengono dal dato in controtendenza rispetto a quello regionale: nell’Agro oltre il 90 per cento dei comuni ha un piano di protezione civile contro il 39 per cento comunicato meno di un mese fa dalla regione Campania su scala regionale.

Il dato negativo, però, in questo territorio resta la scarsa comunicazione alla cittadinanza. Maglia nera per il comune di Pagani, dove il piano resta ancora al vaglio degli uffici tecnici comunali prima del passaggio in Consiglio comunale e del varo definitivo. Pochi i comuni del territorio che, dopo gli aggiornamenti dei piani seguiti ai finanziamenti della Regione Campania, hanno avviato una adeguata campagna di informazione e comunicazione alla cittadinanza. I comuni di Bracigliano, Roccapiemonte, Nocera Inferiore, Nocera Superiore e Castel San Giorgio hanno piani di emergenza reperibili con un semplice click sul sito internet istituzionale. Poi c’è l’eccellenza del comune di Siano, che ha aderito a un sistema informativo che, tramite un’app per smartphone e tablet, consente ai cittadini di scaricare il piano di protezione civile e di avvisare con notifiche gli utenti in caso di emergenza.

Infine c’è la realtà di tutti i restanti comuni dell’Agro in cui risulta difficile reperire il piano di emergenza anche sul sito internet istituzionale. Per i cittadini diventa quasi impossibile capire come comportarsi in caso di calamità; un vero problema, visto che la conoscenza del rischio resta una delle migliori forme di prevenzione. I sindaci, che sono i primi responsabili della protezione civile su scala comunale, hanno chiarito di essere pronti a pianificare la comunicazione alla cittadinanza o di essere agli sgoccioli della procedura che consente poi l’approvazione di un piano aggiornato. Resta il fatto che, in caso di emergenza, oggi nell’Agro solo pochi cittadini saprebbero come comportarsi e dove trovare i cosiddetti punti di raccolta. Il grido d’allarme viene dalle associazioni di protezione civile del territorio, che evidenziano anche la scarsa presenza di segnaletica: i piani di emergenza servono solo se i cittadini sanno cosa fare; altrimenti, anche il miglior documento di protezione civile non serve. Ma i problemi dell’Agro non finiscono qui: considerata la particolare conformazione geografica del territorio, oramai immediatamente anche a ridosso della zona rossa del Vesuvio, ci sarebbe bisogno anche di piani di protezione civile intercomunali per gestire e pianificare al meglio un’eventuale situazione di emergenza.

Barbara Ruggiero

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