il convegno

Agricoltura fra passato e futuro

Incontro alla Camera di Commercio tra studiosi ed esperti

Si parlerà di agricoltura tra “passato e futuro” oggi alla Camera di Commercio (ore 13,30) e a promuovere la discussione sarà uno degli istituti più antichi, oltre due secoli di vita. Stiamo parlando del convegno organizzato dalla Societa Economica della provincia di Salerno, l’unica sopravvissuta fra le quindici istituite in Italia. Tra gli argomenti che saranno affrontati: “L’agricoltura salernitana fra ‘800 e ‘900” argomento sul quale relazionerà il professore Silvio De Majo e “Presente e futuro dell’agroalimentare provinciale” affidato al professore Marcello Murino. Il convegno sarà non solo l’occasione di ricostruire il percorso di studi e approfondimenti che l’istituto salernitano ha fatto in tutti questi anni, ma sarà anche l’occasione per fare il punto su uno dei segmenti dell’economia del nostro territorio vitale e messo in crisi da episodi di criminalità ambientale. Il convegno infatti si arricchisce anche degli interventi del professore Aurelio Musi; di Giandomenico Consalvo di Confagricoltura nazionale e Vittorio Sangiorgi della Coldiretti Salerno. Ad introdurre il convegno, il presidente della Società Economica, Giuseppe Murolo mentre le conclusioni saranno affidate al professore Antonio Guariglia. I saluti iniziali saranno del presidente dell’Ente camerale, Guido Arzano e del presidente della Società salernitana di Storia Patria, Giuseppe Cacciatore. Fra i meriti della Società Economica della provincia di Salerno va ricordato l’acquisto, nel 1840, di un appezzamento di terreno in via Vernieri, allora periferia della città, per la precisione dove oggi sorge l’Istituto “Genovesi”. Su quel terreno venivano praticate sperimentazioni di nuove varietà di piante di cotone e di gelso per l’allevamento del baco da seta (coltivazioni oggi scomparse), di pomodoro, di alcune piante ortive e di nuovi vitigni. Ed ancora, si attivò per la nascita della scuola di Agricoltura di Eboli e diede impulso allo sviluppo della frutticoltura nella Piana del Sele dopo che fu avviata, negli anni ’30 del secolo scorso, la realizzazione delle importanti opere di bonifica e sistemazione idraulica dei terreni con la costruzione di una fitta rete di canalizzazione delle acque. La nascente frutticoltura andava ad aggiungersi alle coltivazioni più diffuse dell’epoca, quella del pomodoro da industria e quella del tabacco.

©RIPRODUZIONE RISERVATA