Agorà sfida Comune «Non andremo via da Palazzo Bellelli»

Lo storico immobile dovrebbe ospitare il Museo Grand Tour «Uno spazio pubblico affidato a una onlus con fini di lucro»

CAPACCIO. Non c’è pace per il museo “Grand Tour” colpito da un provvedimento di sfratto dalla storica sede di proprietà dei Frati Minori. Il problema sembrava risolto con il suo spostamento a Palazzo Bellelli, nei locali in parte già occupati dall’associazione “Agorà”. La Fondazione “Vico”, presieduta da Vincenzo Pepe, aveva chiesto al sindaco Italo Voza di avere quegli spazi in modo esclusivo il che voleva dire sistemare altrove Agorà. Ma il sodalizio capaccese contesta “lo sfratto”.

L’associazione, come stabilito da una delibera, dovrebbe trasferirsi in piazza Orologio, sempre a Capaccio capoluogo. La giunta infatti, ha approvato la richiesta della Fondazione concedendo la sede in comodato d’uso in regime di esclusività, «un requisito essenziale per un museo di rilevanza regionale e per il valore delle collezioni che lo compongono, stante l’avvenuta scadenza del contratto con l’associazione “Agorà dei liberi di Capaccio” che, se richiesto, potrebbe essere comunque trasferita presso i locali comunali in piazza Orologio».

Una soluzione contrastata dall’associazione, guidata da Antonietta Franco, come evidenzia Angelo Fasano: «Abbiamo in uso Palazzo Bellelli dal 2004. In questi anni abbiamo raccolto e archiviato un patrimonio documentale di inestimabile valore che rappresenta la storia di Capaccio. Abbiamo migliaia di foto storiche, abbiamo costituito una biblioteca e provveduto a riqualificare i locali installando anche un sistema di allarme. Per tutti è un importante centro culturale. Gli spazi dell’immobile in piazza Orologio per noi non sarebbero sufficienti».

Contrario allo “sfratto” il Comitato 15 giugno, che sottolinea «il proprio sdegno per la scelta dello sfratto dell’associazione, una onlus indipendente, aconfessionale e apartitica, formata da oltre 500 soci che, da circa 15 anni, gratuitamente, promuove la divulgazione del patrimonio storico e artistico della nostra città. Di contro, la Fondazione Vico è una onlus che gestisce il Museo del Grand Tour che, tra l'altro, ha una previsione di pagamento da parte dei potenziali visitatori. Sindaco e giunta intenderebbero favorire un’istituzione privata trascurando le esigenze delle tante associazioni locali che, con sacrificio e abnegazione, svolgono la loro opera e che, inascoltate, vanno elemosinando ospitalità, per occuparsi al meglio delle proprie attività sociali».

Il Comitato chiede al sindaco «qual è l’interesse pubblico oggettivo alla base del provvedimento di concessione in comodato d’uso gratuito a un ente privato locali per iniziative a scopo di lucro; quale sarebbe l’eventuale accollo finanziario per la Fondazione che gode di altri finanziamenti e contributi pubblici, considerato che l’ingresso e funzionamento del museo sono a carattere oneroso; se risponde al vero la segnalazione, riportata in atti del Consiglio, secondo cui la Fondazione non potrebbe gestire il museo, in quanto sprovvista dei requisiti di attribuzione dello status di museo di interesse regionale».

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