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Agorà non molla il Palazzo «Impossibile andare altrove»

CAPACCIO. «Per continuare a svolgere in modo adeguato ed efficace le nostre finalità sociali, e per collocare il materiale presente e il nuovo, che gentilmente è stato donato all’associazione come...

CAPACCIO. «Per continuare a svolgere in modo adeguato ed efficace le nostre finalità sociali, e per collocare il materiale presente e il nuovo, che gentilmente è stato donato all’associazione come segno tangibile della attività svolta sul territorio, persiste la necessità di continuare ad usufruire degli spazi fino ad ora utilizzati». Questa la conclusione, a cui sono giunti i soci dell’associazione “Agorà dei liberi”, che si sono riuniti in assemblea per discutere della richiesta del Comune di lasciare i locali in uso a “Palazzo Bellelli” per fare spazio al museo “Grand Tour” di proprietà della Fondazione Vico.

«L’associazione “Agorà dei Liberi” è nata ormai 13 anni fa con il compito preciso di promuovere e conservare beni d’interesse storico culturale riguardanti l’evoluzione socioculturale del territorio – si legge in una nota - nonché di promozione e valorizzazione di tutto quello che può essere ricondotto al termine cultura e aggregazione sociale, come la Congiura di Capaccio, convegni e presentazioni di libri, inoltre possiede una vastissima biblioteca di storia locale consultabile liberamente e gratuitamente. Ci auguriamo che chi di competenza risolva positivamente le problematiche relative ad altre associazioni o enti operanti nell’interesse di ciò che noi chiamiamo cultura». A criticare lo “sfratto” dell’Agorà è il consigliere Gennaro De Caro: «Dopo le iniziative intraprese, miseramente naufragate, per l’apprensione dei locali del convento dei frati minori, per l’ennesima volta, la Fondazione presieduta da Vincenzo Pepe da Perdifumo, ai più finanche sconosciuta, è stata gratificata con una singolare delibera. Prona ai vari desiderata del sodalizio vatollese sono stati concessi in comodato d’uso alla Fondazione “Vico” i locali dell’ex asilo infantile di Capaccio (palazzo Bellelli), esiliando l’Agorà che pure ne aveva chiesto la concessione per scopi istituzionali. Non era il caso che il Comune nel mettere a disposizione i locali, al fine di evitare favoritismi emettesse un bando pubblico a cui tutti gli eventuali interessati potessero partecipare?».(a.s.)