Aggredito da un allevatore il consigliere Paolillo

Il delegato alla protezione civile preso di mira al Comune da un imprenditore Il caso dopo i sigilli per scarichi abusivi. Lui: «Le regole vanno rispettate»

CAPACCIO. Stanno suscitando non pochi malumori, tra i destinatari dei provvedimenti, i recenti sequestri effettuati a Capaccio dalla sezione di polizia giudiziaria del Corpo forestale dello Stato del tribunale di Salerno. Al punto da provocare tensioni anche al Comune. Ne sa qualcosa il consigliere comunale Maurizio Paolillo, delegato alla Protezione civile e allo Sviluppo della fascia costiera, finito nel mirino per aver “collaborato” con le forze dell’ordine nell’individuazione di illeciti ambientali ed edilizi. Il consigliere è stato infatti aggredito verbalmente da un allevatore – nella cui azienda di Gromola erano stati eseguiti dei sequestri il giorno prima – recatosi al Comune per incontrare il sindaco Italo Voza. L’imprenditore ha prima accusato Paolillo di avergli inviato i controlli e poi gli ha lanciato una sedia, che fortunatamente non ha raggiunto il bersaglio. Da quanto si è appreso, l’allevatore rivendicava il fatto di non potersi mettere in regola, nonostante fosse disponibile, poiché la sua azienda è in un’area vincolata. Sta di fatto che si sono vissuti momenti di grande tensione e apprensione. Poco dopo, l’imprenditore agricolo ha incontrato il sindaco, che gli ha spiegato l’importanza del rispetto delle norme ambientali da parte delle aziende bufaline per un corretto smaltimento dei reflui zootecnici e che le autorizzazioni, quando hanno determinate finalità a tutela dell’ambiente, possono anche essere rilasciate.

«I controlli nelle aziende continueranno anche nei prossimi giorni – spiega Paolillo – È necessario distinguere l'inquinamento dall’abusivismo. Sono state autorizzate senza problemi vasche per gli scarichi dei reflui anche in aree sottoposta a vincolo archeologico. Il turismo e la filiera lattiero-casearia sono le uniche due risorse ancora fiorenti a Capaccio. L’una avvantaggia l’altra e devono coesistere. Ma se facciamo scappare i pochi turisti che ancora frequentano le nostre zone a chi vendiamo le mozzarelle? Le regole esistono e non è difficile né impossibile rispettarle, nemmeno nella zona classificata “rossa”. Del resto, se un bar privo di scarichi autorizzati viene subito chiuso non è equo prendere provvedimenti diversi per altri casi».

Angela Sabetta

©RIPRODUZIONE RISERVATA