Aggredì una prostituta, rischia il processo 

L’indagato è accusato di violenze e minacce a una albanese che “esercitava” nell’area del Mercato

Rischia il processo dopo la richiesta di rito immediato presentata dalla Procura della Repubblica, Giuseppe Murolo, originario di San Giuseppe Vesuviano, accusato di una violenta aggressione ai danni di una prostituta albanese consumata nella zona del mercato ortofrutticolo a Pagani. In particolare, secondo le contestazioni partite da una denuncia, l’uomo, che attualmente è sottoposto al divieto di dimora nella provincia di Salerno, prese di mira una prostituta al lavoro nell’area del Consorzio ortofrutticolo di Pagani, nella prima periferia della città, di sera caratterizzata da una folta presenza di transessuali, prostitute e viados che si spartiscono il mercato del sesso dell’Agro nocerino sarnese, popolando gli incroci e le grandi strade intorno all’area commerciale.
L’imputazione di Murolo riguarda una rapina commessa ai danni di una ragazza albanese presa di sorpresa e derubata di ottanta euro e dei documenti di identità contenuti nella borsa che portava con sé. In particolare, al momento dell’aggressione la donna provò ad opporre resistenza, incontrando la decisione e la violenza dell’imputato, il quale non demordeva e teneva duramente la presa, facendo cadere con decisione la malcapitata. L’uomo alla fine la spingeva a terra per ottenere il bottino, prima di volatilizzarsi. I fatti contestati risalgono al gennaio 2017, quando Murolo, fuori dal suo territorio, commise i fatti addebitati, come ricostruito dalla Procura: la donna vittima dell’aggressione denunciò tutto raccontando l’accaduto ai carabinieri. In particolare, il sangiuseppese risponde delle accuse di rapina aggravata, per aver portato via con la forza la borsa alla lucciola impegnata nel suo lavoro notturno, e della ulteriore contestazione di lesioni, riguardo le botte e la cadutache cagionarono alla donna una prognosi di quattro giorni dopo la visita al pronto soccorso dell’ospedale di Nocera Inferiore “Umberto I”.
Agli atti del fascicolo c’è l’informativa di reato redatta dai carabinieri, a partire dalla denuncia della donna, con le integrazioni successive allegate. Sulla questione deciderà adesso il gip, chiamato a disporre un eventuale processo senza il passaggio preliminare, sulla base di un evidente quadro probatorio.
Alfonso T. Guerritore
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