il rinvio a giudizio 

Aggredì la compagna, a processo 

Un quarantunenne perseguitava la “ex” e il figlio minorenne

«Ti taglio la testa e la mando in Marocco, poi faccio la stessa cosa a tua madre»: parola di A. A., 41 anni, marocchino, che inveiva contro il figlio minorenne e sua madre, ora rinviato a giudizio per le accuse di stalking aggravato ai danni della compagna, una ragazza sua connazionale con la quale conviveva ad Angri. Gli episodi sono diversi e tutti riassunti nel doppio capo d’accusa collegato all’iniziale denuncia presentata dalla vittima, che dopo l’amore e la convivenza, aveva finalmente deciso di raccontare la sua odissea di violenza ai carabinieri della stazione locale.
L’imputato, fuori di sé per essere stato lasciato, se la prendeva anche con il figlio minore della sua ex, mettendo entrambi in una grave situazione di ansia e paura: una volta chiusa la storia, l’uomo aveva iniziato a dare di matto, pedinando la ex, seguendola passo per passo e lanciandole intimidazioni pesanti, per avvertirla delle rivendicazioni e dei suoi propositi di vendetta.
A far deflagrare la stabilità dell’imputato era stata la decisione della donna di troncare la relazione, da quel momento A. A. aveva intrapreso un percorso di vendetta pedinandola, andando presso la nuova casa della sua ex, ingiuriandola e minacciandola. «Ti devo uccidere, put...». Il 28 giugno del 2016, in piena notte, l’uomo si appostò sotto casa della donna armato di un grosso coltello, minacciandola ancora una volta di morte. Il giorno successivo, provò ad entrare e suonò continuamente al campanello per farsi aprire. Tra il 12 e il 13 luglio, sempre di notte, ripetè il tentativo. Il 13 luglio, infine, riuscì ad averla a tiro e la afferrò alla gola, minacciandola e ingiuriandola ripetutamente, per poi sbatterle la testa violentemente contro il cancello d’ingresso, percuotendola inoltre con un bastone di legno. Da lì le lesioni provocate alla donna che finì in ospedale con escoriazioni, contusioni alle braccia, alla faccia, alla fronte, al collo e alla parete anteriore del torace, per cinque giorni di prognosi.
Per l’extracomunitario, assistito di fiducia dall’avvocato del foro di Salerno, Gerardo Cembalo, è stato disposto il processo con il rinvio a giudizio deciso dal Gup del Tribunale di Nocera Inferiore, Luigi Levita, il quale ha accolto la richiesta della Procura di Nocera Inferiore.
Alfonso T. Guerritore
©RIPRODUZIONE RISERVATA