Agente assalito da 4 detenuti per un guasto

Un pestaggio in piena regola ai danni di un agente di custodia, e si rilancia l’allarme nel carcere di Fuorni. L’episodio avviene giovedì sera, quando un sovrintendente della polizia penitenziaria è...

Un pestaggio in piena regola ai danni di un agente di custodia, e si rilancia l’allarme nel carcere di Fuorni. L’episodio avviene giovedì sera, quando un sovrintendente della polizia penitenziaria è richiamato all’interno della prima sezione. La causa è in apparenza banale: il cattivo funzionamento del water di una cella. Ma è come una scintilla in un ambiente reso esplosivo da varie emergenze, acuite dal clima torrido di questi giorni. In breve le proteste si trasformano in aggressione, e il sovrintendente è assalito da 4 o 5 detenuti a schiaffi e pugni. Alla fine è costretto a ricorrere al pronto soccorso.
La vicenda viene denunciata da Ciro Auricchio, segretario regionale dell’Unione sindacati polizia penitenziaria. «Questo è l’ennesimo evento critico a Fuorni – afferma il sindacalista – sono troppe le aggressioni a danno del personale di polizia penitenziaria. Da tempo abbiamo elencato i nodi: sovraffollamento e carenza di organico, strutture fatiscenti, insieme alla vigilanza dinamica sempre contestata dal sindacato. Tutti elementi che stanno rendendo infernali le condizioni lavorative del personale all’interno del penitenziario». Nei mesi scorsi erano già emerse le diverse problematiche da cui è afflitto il carcere di Salerno, considerato a rischio anche per l’alto numero di detenuti di camorra, provenienti dalla provincia di Napoli. Carcerati dalla gestione più complessa dei cosiddetti “comuni”. Il forte nucleo di origine camorristica, in un contesto di carenze generalizzate, minaccia di condizionare la vita del penitenziario. E tracce inquietanti non mancano. Ad aprile si era registrata una serie di episodi che sono la spia di uno scenario complicato: l’esplosione di un ordigno rudimentale all’interno della casa circondariale, il ritrovamento di un telefonino in una cella e la scoperta, in sala colloqui, del passaggio di 50 grammi di sostanza stupefacente.
Gianmaria Roberti
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