Affondo di Lambiase al sistema di potere che governa la città

Presentati i candidati e il programma della lista “Salerno di Tutti” L’aspirante sindaco apre ai movimenti e propone l’alternativa

SALERNO. «Siamo il soggetto che ha in testa un’altra idea di città lontano dall’attuale sistema di potere che governa Salerno». Lo dice Franco Mari, candidato al consiglio comunale nella lista “Salerno di Tutti” alla presentazione ufficiale dei candidati e del programma di Gianpaolo Lambiase, candidato sindaco della sinistra. E Mari ribadisce, che in queste elezioni, «a differenza di tanti candidati sindaco, che sperano solo di rientrare in consiglio» la lista “Salerno di Tutti” raccoglie «la storia dei movimenti e delle lotte sociali in questa città». È questa la sintesi che Lambiase ha tratteggiato nel suo intervento al comitato di via Balzico, dove ieri è stata presentata la lista. Lambiase lo ha fatto al fianco del “padre nobile” della sinistra salernitana, Pino Cantillo e in maniera pacata – come nel suo stile – ma incisiva ha messo in fila i punti del programma. Partendo da quelle «nuove povertà» che anche in città si sono diffuse e che necessitano di «un nuovo modo di fare politica». La nostra, spiega il candidato sindaco «è una battaglia di civiltà. Dopo i primi cinque anni di amministrazione De Luca – ha spiegato – tutto quello che è stato fatto poi è stato solo consolidare il potere» e questo, tradotto, significa «che la maggior parte delle scelte, delle cose fatte e dei soldi spesi era tutto finalizzato al radicamento del consenso». Da qui, il nuovo modello politico che guardi «alla partecipazione democratica dei cittadini, che accompagnino le scelte dell’amministrazione».

L’affondo al sistema. Lambiase lo ribadisce, «noi non diciamo no e basta alle cose che si fanno male e a molte andrebbe detto». A partire «dalla speculazione edilizia che si sta realizzando: speculazione che non si vedeva dai tempi della Democrazia cristiana». Di qui la partecipazione alle scelte, quella che oggi, in città, esercitano i movimenti «che protestano contro alcune iniziative che non fanno il bene dei cittadini ma solo gli interessi particolari di alcuni costruttori, pochi, rispetto alla stragrande maggioranza delle imprese che ci sono a salerno». E lostesso discorso vale per «la mala gestione amministrativa e delle società miste, che lasciano ai salernitani le bollette più alte d’Italia».

Le proposte. Il contraltare al no, «sono le nostre proposte: concrete e realizzabili». Un programma «il nostro, alternativo al progetto ancora vecchio dell’attuale amministrazione». Un programma che «guarda alla città del mare, da valorizzare» che guarda alla riqualificazione del centro storico «restaurato solo in minima parte, mentre restano molti luoghi abbandonati al degrado e all’occupazione selvaggia di locali e veicoli». Lambiase parla di un modello di città «eco sostenibile» che guarda al «risanamento ambientale a partire dalla delocalizzazione delle Fonderie Pisano» passando per la «bonifica dell’area dei prefabbricati di via degli Etruschi» e relativa «trasformazione dell’area in un parco a servizio della zona di Matierno». Dall’istallazione di «centraline per la qualità dell’aria in tutta la città» al risanamento «dei fiumi, disinquinamento del mare e riqualificazione delle spiagge, restituendo ai cittadini e ai turisti, specialmente residenziali, la possibilità di godere effettivamente delle spiagge e del mare».

Critica alle grandi opere. È un’idea portante del programma di “Salerno di Tutti” e nasce «dalla valutazione critica della politica delle grandi opere in città (Lungo Irno, Piazza della libertà e Crescent, Porta Ovest, Cittadella giudiziaria), per l’impatto invasivo, spesso violento, sull’assetto urbano circostante, dal punto di vista estetico e funzionale, ma soprattutto per la loro antieconomicità» spiega Lambiase. Per questo è necessario «scegliere con più responsabilità progetti che puntino a un ritorno economico certo per la collettività, promuovendo lavoro, impresa e sviluppo sostenibile, razionalizzando e modernizzando le infrastrutture esistenti:la rete stradale, quella su ferro, il porto commerciale, i porti turistici». Insomma un programma, che affonda le mani in tutte le criticità cittadine con l’obiettivo di «creare occupazione. Lavoro indispensabile per la crescita della città».

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