piano di zona

Affidamenti alle cooperative Monda invia una memoria

CASTEL SAN GIORGIO. Tutti in silenzio i primi tre indagati nell’inchiesta sugli affidamenti al Piano di Zona dal Comune di Castel San Giorgio. I primi tre sottoposti ad indagine hanno scelto di...

CASTEL SAN GIORGIO. Tutti in silenzio i primi tre indagati nell’inchiesta sugli affidamenti al Piano di Zona dal Comune di Castel San Giorgio. I primi tre sottoposti ad indagine hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande della polizia giudiziaria.

Ieri sono arrivati in procura Porfidio Monda, ex direttore del Piano di zona, Antonina Mammì e Iolanda Marrazzo, due dipendenti a progetto. I tre coinvolti hanno depositato memorie difensive a difesa della loro posizione, per rispondere alla contestazioni mosse dal pm.

Sono accusati a vario titolo di falso ideologico e truffa per l’affidamento dei servizi sociali al comune di Castel San Giorgio. Con loro sono finiti sotto inchiesta anche Nobile Iannaco, presidente della cooperativa Geseva di Castel San Giorgio, Raffaele Malvini, dirigente del settore Affari generali del Comune sangiorgese all’epoca dei fatti e Maria Cecilia Fasolino, segretaria comunale del comune di Castel San Giorgio, che ha già scelto di non sottoporsi ad interrogatorio.

L’attività investigativa è curata dal sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Nocera Inferiore Roberto Lenza, col lavoro di indagine affidato alla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri della procura nocerina guidata dal luogotenente Massimo Santaniello.

Le prime operazioni erano scattate prima dell’estate, con acquisizioni documentali effettuate al palazzo comunale di Castel San Giorgio e alla sede del Piano di Zona a Nocera Inferiore.

I carabinieri avevano ricostruito l’intera procedura di un affidamento dato dal Piano di Zona alla cooperativa Geseva di Castel San Giorgio, impegnata nei servizi sociali e alla persona.

Gli atti furono sottoscritti dalla segretaria del comune di Castel San Giorgio, la dottoressa Fasolino. A inescare l’inchiesta fu la cooperativa concorrente della Geseva, ‘Sviluppo e Solidarietà’, con una denuncia per mancanza di requisiti.

La linea difensiva dei coinvolti, in particolare dell’allora presidente Monda, punta sull’esistenza di modalità sperimentali per la composizione delle graduatorie.

Ovviamente si è in una fase iniziale della delicata inchiesta che potrebbe, in prospettiva, coinvolgere anche altri comuni serviti dal piano di zona.

Va detto, infine, che in passato la gestione affidata a varie cooperative all’interno del piano di zona ha creato diverse polemiche, spesso anche da un punto di vista squisitamente politico.

©RIPRODUZIONE RISERVATA