la sentenza

Afferrò un bimbo al Carmine I giudici: «Non voleva rapirlo»

Era il 5 giugno di quattro anni fa quando in via Paolo De Granita, al Carmine, il cittadino russo Marat Goutiakulov rischiò il linciaggio, accusato di aver cercato di rapire un bambino di quattro...

Era il 5 giugno di quattro anni fa quando in via Paolo De Granita, al Carmine, il cittadino russo Marat Goutiakulov rischiò il linciaggio, accusato di aver cercato di rapire un bambino di quattro anni che stava giocando davanti a casa. Ieri quell’uomo, ora trentenne, è stato assolto dal reato di tentato sequestro di persona e condannato a quindici giorni di reclusione (pena sospesa) per violenza privata. Il giudice monocratico Eva Troiano ha infatti dequalificato il reato, ritenendo che non vi fossero gli estremi per attribuire al giovane la volontà di portare via il bimbo.

Difeso dall’avvocato Luciano Pepe, l’imputato ha sempre affermato di aver afferrato il bambino per il braccio solo perché temeva che fosse investito da un’auto. Non la pensavano così i familiari, che lo bloccarono e fecero arrivare la polizia. Lo avevano visto tenere per mano il bambino mentre questi camminava sul muretto che costeggia il cortile, poi il russo lo aveva afferrato per il braccio e lo aveva invitato a seguirlo. In via De Granita fu il panico. Fu il padre del bambino ad accorgersi per primo di quello che stava accadendo, richiamato dal pianto del piccolo. Il giovane provò a scappare, ma fu braccato e poi arrestato dai poliziotti delle Volanti. Nel corso del processo si è però stabilito che non aveva intenzione di attuare un sequestro di persona, e ieri è arrivata la sentenza. (c.d.m.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA