Affaire casa comunale «Così mi fecero fuori»

Con le denunce dell’ingegnere Amoroso scattò l’inchiesta della Dda Salerno La rimozione dall’incarico da parte di Angione, l’escalation “Guida impianti”

SALERNO. Il grande affare dell’appalto per il completamento della casa comunale, “cuore” dell’inchiesta che l’altro ieri ha travolto politici e tecnici di Battipaglia. Un terremoto che ha una data ben precisa: 21 luglio 2010, il giorno in cui viene sentito dal pm l’ingegnere Osvaldo Amoroso, dipendente del Comune, colui che aveva seguito l’intero iter del progetto, per poi essere messo da parte.

Amoroso racconta che «quando Angione (Pasquale, dirigente del Comune, ndr) nel giugno 2006 mi revocò la nomina di Rup (responsabile procedimento, ndr) per quei lavori, la motivò formalmente sulla circostanza che io ero inquadrato nell’area dell’Urbanistica e voleva che il Rup per i lavori di rifacimento del Comune appartenesse all’area Lavori pubblici». Per l’ingegnere questa motivazione «era del tutto infondata e pretestuosa».

Amoroso non impugnò il provvedimento di Angione, ma il 18 agosto del 2008 invia una denuncia in Procura; dove, afferma, «già segnalavo come l’ingegner Angione avesse nominato Rup per i lavori della casa comunale l’ingegner Marzullo, che era inquadrato nell’area dei lavori pubblici, ma era anche il tecnico che con nota del 14 marzo 2006, mi aveva dichiarato di non essere in grado di effettuare una formale validazione del progetto in questione, per mancanza di specifiche esperienze dirette».

Per Amoroso dunque Angione aveva nominato al suo posto «non uno più bravo e competente come me, ma uno che mi aveva dichiarato espressamente di non avere le necessarie competenze».

Nel maggio 2008 arriva il secondo esposto alla Procura, «quando venni a sapere che Angione aveva revocato l’incarico a Marzullo, su richiesta di quest’ultimo, per motivi di carico di lavoro. In realtà Marzullo - dice Amoroso - che io so essere una persona onesta, fu a mio avviso spinto a chiedere di essere revocato perché in quel periodo erano cominciati i problemi relativi all’esecuzione dei lavori e a possibili varianti del progetto». Al posto di Marzullo arrivò Potolicchio (Carmine, ndr), il quale pure aveva firmato la nota nella quale «si era dichiarato non in grado di effettuare la validazione del progetto». Amoroso a questo punto gli chiese direttamente perché avesse ora accettato l’incarico: «mi disse che se non avesse accettato non sarebbe stato poi stabilizzato nell’impiego a tempo indeterminato».

Nel suo interrogatorio Amoroso tocca poi il punto “caldo” dell’inchiesta, e cioè l’aggiudicazione dell’appalto. È a conoscenza della vittoria della Emini spa ed il successivo passaggio alla Guida Impianti srl attraverso il fitto di ramo d’azienda, ma non sa di «contatti diretti tra il sindaco Santomauro, l’ingegner Angione e altri dirigenti del Comune di Battipaglia con le citate ditte»; non conosce «nemmeno di persona i rappresentanti legali delle ditte», ma quello di cui è certo è che la “Guida impianti” «sia aggiudicataria di altri tre lavori al Comune di Battipaglia: mi riferisco ai lavori per la realizzazione di una rotatoria nei pressi della caserma dei carabinieri, di rilocalizzazione di alcune stanze all’interno di Palazzo di Città e la realizzazione di una strada di collegamento». Tutti lavori affidati alla ditta legata, secondo l’accusa, ai clan dei Casalesi, «senza l’espletamento di nessuna gara ad evidenza pubblica ma, per quello che ne so, attraverso il meccanismo del cottimo fiduciario». Lavori, sottolinea l’ingegnere, che «non potevano essere affidati con quello strumento, che invece è compatibile solo per i lavori di somma urgenza».

©RIPRODUZIONE RISERVATA