Aeroporto: “sì” alla privatizzazione

Il Consiglio di Stato accoglie i ricorsi di Consorzio e Camera di Commercio. E Fasolino punta il dito contro la Regione

Il bando per la privatizzazione dell’aeroporto sarà aggiudicato al massimo entro i prossimi cinque mesi. Parola del presidente del Costa d’Amalfi Antonio Fasolino, soddisfatto per le due ordinanze con le quali il Consiglio di Stato ha accolto i ricorsi presentati da Consorzio e Camera di Commercio, in difesa della procedura che apre ai privati. Un iter fin da principio osteggiato da Gesac che, rivolgendosi al Tar Lazio aveva ottenuto il “congelamento” della procedura di cessione del 65 per cento delle quote della società. Palazzo Spada ha invece chiarito che la gara e la gestione totale dell’infrastruttura rappresentano «separate tematiche che vanno tenute distinte». Dunque la sospensione cautelare, in attesa della pronuncia di merito fissata per il 28 novembre, non ha ragione di esistere in quanto Gesac «non riceve alcun pregiudizio diretto ed immediato, nonché grave ed irreparabile dall’espletamento della gara di cessione azionaria». La battaglia legale del leader dell’aeroporto di Napoli, si basa sostanzialmente due rilievi, l’assenza della concessione definitiva al volo e la titolarità della gestione del sistema campano sulla scorta di una delibera della giunta regionale targata Bassolino. Ma la sesta sezione del Consiglio di Stato ha invece sposato la linea degli avvocati Gaetano Paolino, Antonio Brancaccio ed Alberto Clarizia. La gara può dunque andare avanti e lo farà in tempi rapidissimi, assicura Fasolino: «Entro il fine settimana, al massimo per l’inizio della prossima convocheremo il Consiglio di amministrazione», ha annunciato. Il cronoprogramma è serrato: riapertura dei termini del bando, sviluppo delle manifestazioni di interesse attraverso i necessari sopralluoghi (in campo ci sono Corporation America e F2i alias Gesac) ed infine aggiudica. Questo è reso possibile dal fatto che «il Consiglio di Stato ha sgomberato il campo da ogni equivoco», sancendo che la società affidataria della gestione dell’aeroporto lo fa sulla base di una concessione ventennale, dunque la cessione delle quote è consentita in attesa del battesimo ministeriale. «E’ un passo importante perchè ci consente di accelerare la privatizzazione e di smentire le prese di posizione che negli ultimi giorni si erano sentite da più parti, come quella di De Luca che sosteneva che la gara non poteva essere espletata in assenza del decreto interministeriale». L’amarezza però resta, soprattutto perchè tra le parti costituite in giudizio, non c’era la Regione Campania. «Che l’assessore ai Trasporti non avesse preso bene la vicenda fin da principio era chiaro, ma deve essere oggi altrettanto chiaro a tutti che il nostro scalo fa parte di un sistema campano che si prepara a movimentare un bacino di utenza da quattro milioni di passeggeri l’anno, che dunque porterà benefici a tutto il sistema Campania. Bisognerebbe essere capaci di ragionare in termini di priorità, e le infrastrutture, per il decollo economico di un tessuto sociale, devono venire al primo posto, ben prima della festa di Piedigrotta o di quella di San Matteo. Ora Governo e Regione devono fare la propria parte o dire con chiarezza di non voler muovere un passo. A quel punto ci rimboccheremo le maniche da soli». L’obiettivo è stringere i tempi: «Entro un anno sarà approvato il progetto definitivo per l’allungamento della pista, grazie ad un protocollo di intesa siglato con la Provincia che ci metterà gratuitamente a disposizione i propri tecnici». Non resta che attendere il 28 novembre: ma entro quella data il bando potrebbe essere stato già aggiudicato.

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