Aeroporto, prossima tappa gli espropri 

Tra un mese scadono i termini di pubblicazione della Via e potrà iniziare l’iter per acquisire i 50 ettari per l’ampliamento

È iniziato il conto alla rovescia per la fusione, che avverrà per incorporazione, dell’aeroporto di Salerno con quello di Napoli. Al lavoro ci sono le due società di gestione: la Costa d’Amalfi spa e la Gesac, che lo scorso anno hanno stipulato un protocollo d’intesa propedeutico alla creazione di una rete aeroportuale campana. Limati i particolari tecnici e redatto il piano industriale (approvato pure dalla giunta Regionale) che prevede un investimento complessivo di 135 milioni da realizzare entro il 2022, adesso è tempo di quantificare i valori delle due società. Il compito è stato affidato agli advisor ma non è affatto escluso che, per mettere tutti d’accordo, possa anche essere chiesto un parere terzo, magari a un perito super partes nominato dal Tribunale. C’è da capire, infatti, le rispettive percentuali societarie che saranno attribuite a Gesac e a Costa d’Amalfi.
Accanto alle questioni meramente societarie cammina di pari passo la procedura per accedere ai fondi dello Sblocca Italia (40 milioni), necessari per il potenziamento della pista. Con la pubblicazione, sulla Gazzetta ufficiale, del provvedimento di valutazione di impatto ambientale, contro il quale si potrà fare ricorso, entro 60 giorni al Tar o entro 90 giorni al presidente della Repubblica, è scattato ufficialmente l’iter per giungere alla gara d’appalto. Scaduti i termini, e qualora nessuno abbia chiesto l’intervento della magistratura amministrativa, l’Enac, di concerto con la società di gestione dello scalo salernitano, presieduta da Antonio Ferraro, potrà già procedere alla convocazione della Conferenza dei servizi per dare il via agli espropri dei terreni e consentire così l’acquisizione di circa 50 ettari necessari per l’allungamento della pista e per le altre opere previste. Alcuni proprietari (in totale sono 90) delle aree da espropriare, tuttavia, hanno già preannunciato battaglia legale. Dunque non si può ancora dare nulla per scontato, anche se i tempi sono abbastanza stretti, perché tutte le operazioni devono essere terminate entro il 2018. I particolari e i numeri del piano di lavoro sono contenuti nel “Piano particellare d’esproprio”, un documento di 235 pagine che include tutte le visure catastali dei terreni e dei fabbricati che saranno interessati, da qui a poco, dai lavori per l’allungamento della pista e il potenziamento della struttura aeroportuale. La stima per i costi degli espropri è di 10 milioni 360 mila euro così suddivisi: 6 milioni 280 mila euro per il valore venale dei terreni; 138mila euro come indennità aggiuntiva fittavolo; 475mila euro di indennità strutture; 229mila euro di indennità frutto pendente; 110mila euro di indennità deprezzamento reliquato; 2 milioni 421 mila euro di indennità fabbricati; 512mila euro per imprevisti e 195mila euro per spese notarili, verbali e frazionamenti.
L’area maggiormente interessata rientra nel comune di Pontecagnano, anche perché la pista sarà estesa verso mare e, dunque, verso la località Picciola, che si trova lungo il litorale che porta a Battipaglia. Nel comune di Bellizzi, invece, ricadono aerostazione e parcheggi auto. Si dovrà procedere, inoltre, ad interventi e opere di sistemazione idraulica dei torrenti Diavolone e Volta Ladri, per la loro messa in sicurezza. «Gli interventi – è scritto nel documento dell’Enac – hanno la finalità di ridurre il rischio idrogeologico ed evitare quindi che un possibile futuro evento alluvionale interessi l’area del sedime aeroportuale, nonché le aree limitrofe. Sono stati pertanto studiati interventi di riqualifica e manutenzione straordinaria dei due corsi d’acqua in modo da permettere lo sviluppo dell’aeroporto di Salerno-Pontecagnano garantendo il deflusso delle acque in condizioni di sicurezza».
Gaetano de Stefano
©RIPRODUZIONE RISERVATA