Aeroporto, lunedì il via libera di Gesac 

La società di Capodichino incorporerà il Costa d’Amalfi. Ai salernitani probabile il 20% delle azioni

Ad inizio della prossima settimana Gesac (a meno di clamorose sorprese) dovrebbe dare il via libera al matrimonio con l’aeroporto di Salerno–Costa d’Amalfi. Lunedì 15, infatti, è in programma il Consiglio d’amministrazione della società che gestisce lo scalo di Napoli Capodichino e che, da giugno, potrebbe subentrare pure nella conduzione dello scalo salernitano. Nel corso dell’assemblea dovrà essere deliberato sia il nullaosta al Piano industriale, predisposto dalla commissione tecnica, sia il progetto di fusione tra le due società, che avverrà per incorporazione, con il Consorzio aeroporto Salerno Pontecagnano che diventerà socio, con una quota minoritaria, di Gesac. La data, per la definitiva pronuncia del fatidico sì, fissata nel protocollo d’intesa sottoscritto un anno fa, è quella del 30 giugno, anche se devono essere limati diversi particolari. A partire dal “valore” che sarà assegnato all’aeroporto salernitano. Proprio in questo senso sono al lavoro gli advisor, che avranno il compito di stabilire le “cifre” dell’affare.
In base ad alcune indiscrezioni, tuttavia, sembra che le quote che saranno destinate al Consorzio Costa d’Amalfi saranno pari al 20 per cento, mentre il restante 80 per cento resterà nelle mani di Gesac. Al di là degli aspetti economico-giuridici, si deve fare in fretta, in quanto il tempo stringe e i lavori di potenziamento dello scalo dovranno essere necessariamente cantierati entro il 2018, pena la perdita dei finanziamenti previsti nello Sblocca Italia. Dunque si deve pigiare il piede sull’acceleratore, poiché la procedura è ancora lunga e per poter partire con gli interventi programmati , come l’allungamento della pista, bisogna procedere agli espropri di più di 50 ettari di terreni. Pure in questo caso l’iter è incompleto, in quanto il ministero competente non ha ancora firmato il decreto. E, inoltre, i proprietari sono pronti a dare battaglia legale, una volta che sarà dato il via alla procedura. Senza tener conto, poi, delle tre prescrizioni recepite, nel corso della consultazione pubblica, nella Valutazione d’impatto ambientale, riguardanti l’atmosfera, l’acustica e il piano di monitoraggio. Il percorso, perciò, è ancora lungo e non mancano gli ostacoli. Il progetto previsto nel Piano industriale, del resto, non prevede solo i lavori di potenziamento della pista, che sarà ampliata a 2200 metri, ma pure la realizzazione di un terminal di 14 mila metri quadrati e di 11 stand per aeromobili. Per gli attuali dipendenti dell’aeroporto salernitano, durante la fase di standby, sono previsti contratti di solidarietà ed eventualmente anche la cassa integrazione.
Gli investimenti saranno notevoli: 120 milioni di euro di soldi pubblici e 122 milioni a carico della società di gestione per lo startup, anche perché durante i primi anni sono previste perdite per circa 10 milioni. L’obiettivo, d’altronde, è ambizioso: far sì che lo scalo possa ospitare 3 milioni e 500 mila passeggeri l’anno, che cresceranno ancora di più fino a diventare 5 milioni entro i prossimi 25 anni. Però si procederà per gradi e ci vorranno 4 anni, a partire da oggi: dal 2019 Salerno comincerà ad ospitare tutti i voli privati che finora hanno fatto rotta su Napoli, in particolare quelli del turismo di lusso e dei charter. E, entro il 2022, ci sarò il definitivo decollo con i voli commerciali. Ma già quest’estate potrebbe esserci una svolta, in quanto Salerno sicuramente non dirà di no ad eventuali richieste della Gesac. Che sposterà per decreto, uno volta che saranno completati i lavori di restyling, alcuni vettori, come Aer Lingus, Condor, El Al; Finnair; Jet2; Luxair; Mistral Air; Sas e Smartwings.
Gaetano de Stefano
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