Aeroporto, “irricevibile” l’unica offerta pervenuta

Corporation America investiva 25 milioni solo se in 3 anni si terminava l’opera Arzano: «Spaventati dalla burocrazia italiana». Fasolino: «Un nuovo bando»

Resta ancorato a terra l’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi. L’offerta presentata dal colosso sud americano Corporation America è stata giudicata “irricevibile” dalla commissione presieduta dall’ex procuratore di Napoli Giovandomenico Lepore. È stato reso noto ieri mattina presso la sede di via Allende della Camera di Commercio dove era in programma la seduta pubblica per la valutazione economica della risposta al bando. La busta contenente l’offerta economica non è stata nemmeno aperta: ecco spiegato anche il motivo del prolungarsi delle attività di valutazione tecnica che avrebbe dovuto concludersi in una decina di giorni ed invece è durata più di un mese. Nulla però era trapelato fino all’amara sorpresa di ieri mattina.

«La commissione – si legge nel dispositivo con il quale si giudica l’unica offerta pervenuta per la cessione del 65 per cento delle quote dello scalo salernitano – ritiene l’offerta di Cedicor condizionata dalla accettazione di patti parasociali non conformi al bando». Da qui l’irricevibilità della proposta. Alla seduta di ieri mattina erano presenti anche il legale di Cedicor Davide Astorre ed il legale di Gesac Ernesto Stajano che ha fatto formale richiesta di accesso agli atti dei lavori tecnici della commissione in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato, fissata al prossimo 23 marzo, sul ricorso presentato proprio da Gesac sulla privatizzazione della società digestione dell’aeroporto. L’offerta di Corporation America era dunque viziata perché condizionata, una eventualità non contemplata nel bando. Veniva in sostanza confermata l’intenzione di investire 25 milioni di euro in cinque anni ma di contro veniva anche fatta esplicita richiesta di certezza dei tempi di realizzazione delle opere programmate per il definitivo rilancio dell’infrastruttura.

Cedicor chiedeva zero burocrazia per lo sviluppo del piano ipotizzato in soli tre anni. Emerge così, con prepotenza, quella che il presidente della Camera di Commercio Guido Arzano ha definito «poca credibilità del sistema Paese».

«La generale macchinosità del sistema burocratico – ha commentato Arzano – spaventa gli investitori. Hanno temuto la questione degli espropri, della valutazione dell’impatto ambientale. D’altronde la questione del Crescent dimostra tutti i limiti di questo Paese. Non so come procederemo, io suggerirei di riproporre immediatamente il bando ricordando però a chi fa business che esiste un rischio d’impresa. Al massimo potremmo chiarire aspetti contrattuali, ma le garanzie chieste da Cedicor non potremmo mai darle a nessuno perché non spetta a noi farlo». È di questa opinione anche il presidente del Consorzio aeroporto, Antonio Fasolino. «Giovedì – ha ricordato – c’è Consiglio di amministrazione del Consorzio, in cui si prenderà atto della questione e si procederà a redigere gli atti per un nuovo bando, che sarà uguale al precedente».

Una ipotesi che sembra lasciare fuori Corporation America ma - ha ribadito Fasolino – «l’infrastruttura ha rilevanza nazionale, non possiamo fare altro che procedere col bando ad evidenza pubblica». È, invece, ottimista il presidente della Provincia Antonio Iannone: «Da quest’esperienza ricaviamo la conferma dell’appetibilità del nostro aeroporto. Si proceda con un nuovo bando». Non è però escluso un ricorso al Tar di Cedicor che potrebbe decidere di impugnare la decisione della Commissione, chiedendo l’annullamento della pronuncia in favore di una nuova valutazione.

Carmen Incisivo

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