IL CASO

Aeroporto, è già caos. Guerra sugli espropri: ricorrono le famiglie

L’ira dei residenti: «Indennità misere». Partita la bonifica della zona, ritrovato un ordigno inesploso

PONTECAGNANO FAIANO - Espropri, ricorsi e bombe. È la cronaca di quel che accade attorno all’aeroporto “Salerno-Costa d’Amalfi”, al confine tra Pontecagnano Faiano e Bellizzi, interessato dai lavori d’ampliamento al centro d’una decennale controversia. Partono gli espropri, e fioccano i ricorsi. E intanto, nel corso delle operazioni di bonifica, preliminari all’ampliamento dello scalo aeroportuale, viene rinvenuto un ordigno bellico. Nelle scorse ore, i proprietari hanno proposto i primi ricorsi contro le procedure d’esproprio avviate pochi giorni prima. Rischia un nuovo stop l’iter avviato dalla “Gesac”, la società che gestisce gli aeroporti campani di Capodichino, a Napoli, e di Pontecagnano Faiano. Uscita vincitrice dalla battaglia legale partita nel 2016 da altri ricorsi d’alcuni residenti contrari alla realizzazione dell’infrastruttura. Non si ferma la battaglia dei residenti.

Ora l’attenzione è puntata sugli espropri. Iter avviato da “Gesac”, con le notifiche fatte pervenire ai proprietari da indennizzare. Somme ritenute troppo basse in base al valore di mercato. Eppure, lunedì scorso, il presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca aveva descritto tutta un’altra storia, parlando di un’opera strategica per Salerno e l’intera provincia. D’uno scalo pronto ad accogliere fino a 5 milioni di passeggeri l’anno, con tanto di nuovi posti di lavoro. Un progetto che lega lo scalo di Capodichino a quello di Pontecagnano. Possibile con uno sforzo economico pari a 500 milioni di euro, tra fondi pubblici e privati. Un’impresa enorme sulla quale, però, incombe un nuovo contenzioso.

Emanuela Anfuso

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