Il Tribunale di Nocera Inferiore

NOCERA INFERIORE

Adozioni con il trucco, paga soltanto la Giordano

La donna è stata condannata per la vicenda della compravendita di neonati. Dovrà scontare due anni e mezzo per i certificati falsi, prescritti gli altri reati

NOCERA INFERIORE. È stata condannata a due anni e sei mesi di reclusione la corbarese Luigia Giordano, sessantunenne finita la centro dell’indagine sulla compravendita di bambini, arrestata nel 2008 nel corso di un’operazione dei carabinieri della sezione pg della Procura nocerina.
In particolare la sentenza riguarda due soli episodi di produzione e utilizzo di falsi certificati di nascita, con prescrizione intervenuta per altre contestazioni e assoluzione dal reato di alterazione di stato. La Giordano è la sola condannata per il processo chiuso in primo grado dopo il dibattimento, con l’intervenuta decorrenza dei termini di prescrizione per Djani Jovanovic, nato in Jugoslavia, 32 anni, Susana Radosalevic, nata in Jugoslavia, 28 anni, e Rodica Mustafà, nata in Romania, 33 anni, Santa Costantin, nata in Romania, 46 anni, Petrik Constantin, nato in Romania, 46 anni, e Cristiano Costantin, nato in Romania, 38 anni, tutti inizialmente accusati di soppressione di stato, alterazione di stato civile, alienazione e acquisto di persone. Il processo aveva ripercorso la storia della Giordano, ritenuta nella sua zona di residenza, da voci di popolo, una sorta di “benefattrice”. «Si sapeva che faceva queste cose, queste cose dei bambini», aveva spiegato in aula nelle ultime udienze un teste sentito dall’accusa. «L’ho denunciata perché ha giocato con i miei sentimenti», aveva altresì riferito davanti ai giudici del collegio un altro teste, ascoltato con le domande del Pm Ernesto Caggiano e degli avvocati, in primis il legale della Giordano, Vincenzo Calabrese. Agli atti del processo c’erano registrazioni audio effettuate, nelle quali si sente la voce della Giordano. «C’erano i soldi, i documenti ospedalieri, tutto. Lo sapevano tutti che si occupava di questo, era una voce».
Luigia Giordano è la sola condannata dopo il primo grado, senza contare i patteggiamenti registrati con procedimento alternativo. Lei è ritenuta prima imputata nel processo “ladri di bambini”, arrestata nel 2008 con un’operazione dei carabinieri della sezione pg, con la precedente opposizione alla richiesta di patteggiamento avanzata dalla sua difesa, con la pena di due anni e sei mesi, ritenuta non congrua. Il più grave reato di tratta di persone, competenza della Dda, fu subito eliminato dopo un iter vagliato da Riesame e Cassazione. I certificati d’identità, da subito apparsi falsi, con timbri e intestazioni dell’ospedale di Nocera Inferiore, furono gli elementi fondanti per l’attività d’indagine, culminata nel blitz e l’arresto iniziale di sette persone e il ritrovamento della neonata.
Luigia Giordano, dopo il paventato fallimento della trattativa con i due acquirenti, dietro le loro richieste accettò di recarsi al campo Rom di Secondigliano, dove ebbe la bambina, col successivo intervento dei carabinieri ad avviare la fase esecutiva del blitz.

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