vicenda piscina

Adesso sono infuriati gli utenti

Chiedono indietro le rette mentre Galdi fa verificare la convenzione

La chiusura della piscina comunale ha inevitabilmente fatto montare la protesta. È quella degli iscritti ai vari corsi che lunedì scorso avevano pagato la “salata” retta mensile oppure la rata della quota annuale, e da lunedì hanno trovato i cancelli chiusi, dopo la doverosa ordinanza firmata dal sindaco Marco Galdi che ha chiuso la struttura per gravi carenze igienico-sanitarie.

«Siamo stati mortificati e derubati - dicono in coro gli utenti riuniti nell’associazione “Nuotare a Cava” - perché non solo abbiamo fatto allenare i nostri figli in un ambiente insalubre, ma abbiamo affidato il nostro denaro a chi non l’ha versato al Comune». Nelle prossime ore i soci dell’associazione “Nuotare a Cava” si riuniranno in assemblea per prendere le decisioni del caso in merito ad una brutta pagina per lo sport in città, l’ennesima. E per valutare se affidare ad un legale l’incarico di difenderli in un contenzioso contro la gestione, finalizzato ad ottenere sia la restituzione di quanto pagato sia un risarcimento del danno per inadempimento.

In effetti i fratelli Porzio, gestori della struttura, devono all’amministrazione comunale 260mila euro. Ed infatti pende dinanzi al giudice civile una causa di sfratto intentata proprio da Galdi, l’unico ad aver dato battaglia ai gestori. Il punto è che nella piscina non verranno riprese le attività fino a quando a proprie spese i gestori non metteranno mano ad un piano di restyling interno, a partire dalle docce. Proprio lì, infatti, probabilmente molti atleti hanno contratto malattie dermatologiche e anche in qualche caso infezioni polmonari.

Ora il sindaco aspetta alla finestra. Ma nel frattempo ha dato mandato all’ufficio sport di verificare le tariffe che vengono praticate dalla Porzio Management. Poiché se è vero che un privato può applicare i prezzi che ritiene, è anche vero che non può fare il proprio comodo in una struttura di proprietà pubblica: «Se le tariffe dovessero essere quelle elevate di cui sono stato portato a conoscenza - afferma il sindaco Galdi - certamente non mi sembrano consone. Verificheremo anche questo e se i gestori hanno rispettato o meno la convenzione». L’atto in queste ore è al vaglio dei tecnici e del dirigente del patrimonio, Antonino Attanasio. In caso di inadempimento da parte della gestione, è possibile una risoluzione del contratto-convenzione.

Vincenzo Lamberti

©RIPRODUZIONE RISERVATA