Adescò una dodicenne Pedofilo alla sbarra

A processo un 68enne albanese: ricattò la minorenne per i suoi video hard Era riuscito ad agganciarla su Facebook fingendosi un suo coetaneo

Alla sbarra il pedofilo albanese che si fingeva adolescente sui social con un falso profilo. È stato incardinato ieri al tribunale di Salerno (prima sezione penale, presidente Gabriella Passaro), il processo al 68enne albanese (D.S.A., le sue iniziali) che terrorizzava una ragazzina oggi 14enne, ricattandola con la minaccia di diffondere sul web i suoi video hard. Ieri ci sono state le costituzioni delle parti.

L’accusa è rappresentata dal pm Roberto Penna che ha fatto indagini in Albania. C’è voluto l’intervento dell’Interpol per riuscire a stanare il finto adolescente che navigava con un falso profilo sulla rete. L’uomo è stato estradato dall’Albania. Nei suoi confronti si procede per i reati di atti sessuali con minorenne, violenza sessuale su minore, accesso abusivo a un sistema informatico, sostituzione di persona, violenza privata e atti persecutori. La ragazzina raccontò dei ricatti alla madre perché temeva di essere messa alla gogna. Comincia tutto sei anni fa quando la 12enne, da sola davanti al pc, viene adescata dal 68enne che si finge un suo coetaneo. L’uomo scrive correttamente in italiano anche perché ha una figlia che ha studiato in Italia.

L’adolescente casca nel tranello delle confidenze sempre più intime, fino ad accettare di filmarsi con la webcam in atti di autoerotismo. E da quel momento è finita nella trappola del pedofilo che, appena la ragazzina ha tentato di ritirarsi da quel gioco pericoloso, ha fatto scattare il ricatto, minacciando di divulgare le sue immagini sui profili di familiari e amici. Per due anni la 12enne ha convissuto con questo segreto. In orari prestabiliti, era obbligata a collegarsi al computer e mostrarsi in webcam. Finché lei non ha trovato il coraggio di sfidare le ritorsioni. La vendetta è scattata subito, con l’invio di foto e filmati a parenti e amici e persino con la pubblicazione sul forum della scuola. Tre anni fa, nel 2013, scattano le indagini della polizia postale dopo la denuncia dei familiari (che si sono costituiti parte civile assistiti dall’avvocato Arianna Santacroce) che consentono di risalire al luogo delle connessioni: una zona periferica di Tirana. Si torna in aula a metà novembre quando sarà chiamata a testimoniare la mamma della 12enne.

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