Addio all’Interporto Arriva il nuovo hub per l’agroalimentare 

Il piano Asi presentato dal presidente Visconti alla sindaca Prevista una struttura di logistica nell’area di Torre di Rai 

Si scrive “hub agroalimentare”, si legge interporto. E stavolta, a proporlo, sono i vertici dell’Asi. Nei giorni scorsi, il presidente del Consorzio dell’area industriale, il battipagliese Antonio Visconti, ha illustrato alla sindaca Cecilia Francese un progetto che mira alla realizzazione di un’infrastruttura al servizio dei produttori agricoli del territorio.
Un hub agroalimentare, appunto, da realizzare in un’area di proprietà del consorzio, alle spalle della Torre dei Rai, che s’estende per circa 90 metri quadri. Occorrono otto milioni di euro per la realizzazione di un centro che creerebbe nuovi sbocchi occupazionali e fornirebbe alle imprese agricole di Battipaglia e dei comuni limitrofi un adeguato sostegno nella catena del freddo.
Una struttura di retroporto e di razionalizzazione della distribuzione, insomma, che farebbe registrare un aumento delle esportazioni: questa la descrizione nel documento elaborato nella sede dell’Asi a viale Verdi, a Salerno, e finito pure sulle scrivanie dei vertici di Palazzo Santa Lucia.
D’altronde, in virtù di un accordo di programma, approvato nel 2002 con un decreto sottoscritto dall’allora governatore della Campania Antonio Bassolino, al lotto fu già impressa una destinazione urbanistica di tipo logistico. All’epoca, infatti, si riponevano ancora delle speranze nella realizzazione del mastodontico piano di un interporto da 40 milioni di euro, che avrebbe dovuto veder la luce su un’area di oltre 40 ettari: un’incompiuta concepita ai principi degli anni Novanta e definitivamente naufragata nel 2011, quando i vertici della Regione, stanchi di ritardi ventennali, dirottarono i fondi altrove.
Il nuovo progetto dell’Asi è ridimensionato rispetto al piano che la Salerno Interporto spa non riuscì mai neppure ad avviare. La vecchia opera, infatti, avrebbe dovuto vedere la luce su tre isole logistiche. E avrebbe dovuto attrarre pure i treni. Visconti mira ai trasporti su gomma, e chiede alla Francese di liberare altri lotti, non del consorzio, sui quali era previsto il vecchio interporto: non più destinazione a pubblica utilità per quelle aree private, che passerebbero alla categoria D, quella per gli insediamenti industriali.
Una variante urbanistica che, ad ogni modo, non sanerebbe eventuali abusi perpetrati a monte. L’amministrazione ha preso tempo per valutare un progetto che ha già attratto la curiosità di investitori intenzionati a gestire la piattaforma. Tra questi ci sarebbero anche degli imprenditori dell’Oman, esportatori di pesce dal Golfo Persico, affascinati da un hub che consentirebbe loro di vendere prodotti ittici in Italia e di importare le eccellenze agroalimentari della Piana. Fondi privati, ma non necessariamente: si valuta pure la candidatura alle risorse pubbliche della programmazione nazionale e regionale 2014/2020, in particolare ai Pon Infrastrutture e reti e Imprese e competitività, o ai Por Competitività del sistema produttivo e Trasporti.
Carmine Landi
©RIPRODUZIONE RISERVATA