Addio al giudice Pignataro «Un cattolico coerente»

Fu presidente del Tribunale di Nocera e co-fondatore del centro “La Tenda” I funerali nella chiesa di Santa Maria ad Martyres celebrati da monsignor Pierro

«È un giorno triste per Salerno perché scompare una persona di grande statura morale e professionale, un giudice e un cattolico coerente. È stato un testimone, e il mondo, come disse Paolo VI, ha bisogno proprio di testimoni, più che di profeti». Sono le parole con le quali l’arcivescovo emerito di Salerno, monsignor Gerardo Pierro, ha tracciato un breve profilo di Stefano Pignataro, durante i funerali celebrati ieri mattina proprio dal prelato nella chiesa di Santa Maria ad Martyres di Salerno. Aveva 84 anni, Stefano Pignataro, che al percorso professionale in magistratura aveva affiancato un lungo impegno di volontariato nel mondo cattolico. Presidente di sezione al Tribunale di Salerno, poi presidente del Tribunale di Nocera Inferiore, collaboratore dei quaderni di studio del Consiglio Superiore della Magistratura, ha ricoperto incarichi importanti anche a livello ecclesiale, con ruoli di responsabilità nell’Aziona Cattolica Italiana, regionale e diocesana. In particolare per la Campania e per la diocesi è stato rispettivamente delegato regionale e presidente diocesano di Ac.

Nell’arcidiocesi di Salerno, Campagna e Acerno ha legato il suo nome alla creazione – con don Giovanni Pirone – del Centro di prima accoglienza “La Tenda”, che nel lontano 1982 sorgeva in un locale seminterrato a Torrione, prima di aprire una comunità terapeutica a Giovi. La Tenda, sorta per fronteggiare inizialmente la grave emergenza droga, nacque infatti su iniziativa del Comitato Diocesano per la Vita, guidato fino all’ultimo dal presidente Pignataro. Nel suo incarico ha organizzato sempre la Giornata Diocesana per la Vita, con concerti, incontri, concorsi rivolti ai giovani per promuovere “una cultura della vita a tutti i livelli”.

Avendo collaborato con don Pirone, c’è il nome di Pignataro anche dietro la nascita di Casa Betania, la casa di accoglienza per le ragazze madri che hanno avuto il coraggio di portare avanti la propria gravidanza.

«L’impegno di Stefano Pignataro – ha aggiunto monsignor Pierro nell’omelia – ha visto sempre al centro la difesa della vita umana, sin dal suo primo concepimento. In tutti i campi ove ha operato, ha portato il rigore morale che lo caratterizzava, compreso i cinque anni in cui è stato chiamato a far parte dell’Istituto per il Sostentamento del Clero. Porto i saluti dell’arcivescovo, monsignor Luigi Moretti, il quale è stato informato dell’alto profilo di questo nostro cattolico integerrimo».

In prima fila, a rendergli l’ultimo saluto, i familiari: la moglie Maria Pappacena, i figli Alfonso, Gisella e Fabio, la sorella Giuseppina, i fratelli Salvatore, Carlo e Carmine, i tanti nipoti.

Paolo Romano

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