Addio al costruttore suicida «Inutile parlare del gesto»

Così il parroco durante i funerali dell’imprenditore di Sala morto per la crisi Toccante messaggio su Facebook della figlia Monica: «Eravamo una squadra»

SALA CONSILINA. «Non serve a nulla parlare del gesto in sè, voi ricorderete sempre Michele per il bene che vi ha voluto e questo ricordo nessuno potrà togliervelo». E’ stato questo il passaggio centrale dell’omelia che Don Luciano La Peruta ieri mattina ha fatto durante la messa per il funerale di Michele D’Aloia, l'imprenditore edile di Sala Consilina che si è tolto la vita giovedì pomeriggio nel capannone della sua azienda. Don Luciano non ha fatto alcun riferimento alla vicenda che ha portato alla morte dell’imprenditore ma ha concentrato la sua omelia su due aspetti fondamentali per chi è cristiano: la misericordia e il bene. Ieri mattina nella chiesa di Sant’Antonio c’erano tantissime persone. Oltre ai familiari e agli amici, c’erano anche tanti che non avevano conosciuto Michele ma che comunque hanno voluto essere presenti per potergli dare l’ultimo saluto.

Una delle figlie di Michele, Monica ha affidato al suo profilo Facebook un pensiero dedicato al suo papà: «Sei stato il miglior uomo che potessi desiderare nella vita - ha scritto Monica - mi hai insegnato la forza, il coraggio e l’ottimismo! Mi dicevi non porti mai limiti nella vita, inizia e dove arriverai alla fine non ci crederai neanche tu! Io, te e le sorelline eravamo una squadra. Avevamo tanti progetti da realizzare insieme! Tu ci sarai sempre nella mia vita perché sei parte di me e ogni cosa buona che riuscirò a fare sarà dedicata a te! Ti amo papà e so che sarai sempre con me mio dolce orgoglio». La notizia del suicidio del 53enne ha sconvolto non solo l’intera comunità salese bensì tutto il comprensorio del Vallo di Diano. Cosa possa aver indotto realmente Michele D’Aloia a togliersi la vita non lo sapremo mai. Certo è che come racconta chi lo conosceva ha sempre fatto di tutto per evitare di contrarre debiti, nonostante il lavoro scarseggiasse da qualche mese. «Michele aveva una grande dignità e non era un vigliacco - dicono le persone che lo conoscevano - il gesto estremo che ha compiuto non lo ha fatto per scappare dai problemi»

Erminio Cioffi

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