Addio ad altri iscritti Cgil senza più appeal

Duemila tesserati in meno a Salerno rispetto allo scorso anno La percentuale della flessione registrata è più alta della media nazionale

SALERNO. I dati ufficiali si conosceranno solo con il nuovo anno. Ma le prime stime fatte dalla Cgil di Salerno sul tesseramento 2015 di tutte le categorie fanno prevedere che anche quest’anno ci sarà un calo degli iscritti. E poco, anzi nulla, c’entra il terremoto che ha interessato i vertici del sindacato regionale, con le dimissioni di Franco Tavella dall’incarico di segretario regionale e quelle di Federico Libertino dalla segreteria provinciale di Napoli. Quello salernitano è un «calo fisiologico», ha sostenuto Arturo Sessa, responsabile provinciale dell’organizzazione. Nel 2014 il calo fu di circa il 2,3 per cento, con gli iscritti che passarono dai 80.931 del 2013 a 79.112. E per il 2015 si prevede una flessione più o meno pari, con la perdita di almeno duemila iscritti. Una percentuale che è comunque più alta di quella nazionale che, stando ai dati forniti in occasione dell’ultima conferenza di organizzazione, l’anno scorso ha segnato un meno 1,23 per cento. Tuttavia Salerno resta, per numeri e rappresentanza, la seconda organizzazione provinciale con più iscritti, dietro Napoli che ne conta, al 31 dicembre scorso, 151.340. Le ragioni, per quanto riguarda il sindacato salernitano, «sono figlie di due parametri. Il primo – ha spiegato Sessa – è che, a partire dalla pubblica amministrazione c’è stata un’ondata di pensionamenti. E poi abbiamo registrato la chiusura di molte aziende storiche che hanno prodotto licenziamenti e, quindi, una perdita di rappresentanza. Tuttavia, si tratta di un calo fisiologico in linea con il dato regionale, che parla di 327.540 iscritti al 2014. La Cgil – ha sostenuto Sessa – deve diventare più visibile e deve creare un nuovo modello basato sulla democrazia partecipata. Ma per realizzarla occorre che ci siano dialogo ed ascolto. Se non ci sono, il rischio concreto è diventare poco credibili agli occhi di iscritti e lavoratori. La cultura del superamento del confronto, messa a repentaglio dal governo Renzi, rischia di ridurre a poca cosa il ruolo del sindacato.

Per questo - ha evidenziato – c’è bisogna di una maggiore chiarezza, di un linguaggio nuovo che parli ai giovani e a chi si affaccia, con difficoltà, al mondo del lavoro. La Cgil – ha ribadito - non ha mai rappresentare solo gli interessi dei “garantiti” ma ha sempre lavorato affinchè tutti, a cominciare dai precari,d ai disoccupati e dai i cassintegrati, si sentissero rappresentati. Per rafforzare questo dialogo serve però la solidarietà tra lavoratori. Un concetto che deve essere non solo diffuso ma anche praticato». Nell’immediato, a preoccupare i vertici della Camera del Lavoro salernitana non è il calo di iscritti ma le vicende che hanno scosso il sindacato regionale con le dimissioni del segretario Franco Tavella. Lunedì sera il comitato direttivo nazionale ha ufficializzato il commissariamento della Cgil campana e napoletana, nominando i due commissari, individuati nelle figure di Giuseppe Spadaro – attuale segretario generale dello Spi Puglia – che andrà a svolgere le funzioni finora ricoperte da Tavella, mentre a sostituire il numero della Cgil napoletana, Federico Libertino (anch’egli dimissionario) è stato chiamato il segretario confederale nazionale, Fabrizio Solari. Le scelte romane hanno immediatamente sortito le prime durissime reazioni.

Il primo a commentare la decisione di inviare i commissari in Campania è stato proprio l’ex segretario regionale che ieri mattina, attraverso il suo profilo Facebook, ha postato una frase di Antonio Gramsci: «Sulla bugia e sulla falsificazione facilona non si costruiscono che castelli di vento, che altre bugie ed altre falsificazioni possono far svanire. Sono dell'opinione che la verità abbia in se la medicina. Dire la verità è rivoluzionario». Parole che suonano come accuse pensantissime nei confronti del segretario nazionale Susanna Camusso, con la quale Tavella si è era duramente scontrato pochi giorni prima di rimettere il suo mandato. E sempre ieri mattina, dalla mail della Camera del Lavoro di Salerno è partito – sembra senza autorizzazione – il documento che il comitato direttivo provinciale ha inviato alla segreteria confederale nazionale e al comitato direttivo nazionale, dopo la discussione avvenuta proprio lunedì sera su quanto era stato stabilito dagli organismi nazionali.

Nella nota, a firma del presidente del comitato direttivo provinciale, Francesco Petraglia, si è stigmatizzata la scelta di commissariare la struttura regionale violando «le norme statutarie e regolamentari che disciplinano la rielezione degli organismi in assenza degli esecutivi». A maggior ragione se la scelta è avvenuta «per le paventate questioni economiche» che sarebbero alla base dei dissapori tra Napoli e Roma. Da Salerno è stato quindi chiesta «l’immediata sospensione di ogni decisione in merito ed il ripristino delle regole democratiche previste dallo statuto» e «l’immediata convocazione del comitato direttivo regionale della Cgil Campania per tutte le ulteriori necessarie decisioni nel rispetto delle vigenti regole dell’organizzazione».

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