Addio a Luca, ucciso dall’arma del padre

Vallo sotto choc: folla e lacrime ai funerali del 13enne. Inchiesta per fare luce sulle modalità di custodia della pistola

VALLO DELLA LUCANIA. Un lungo applauso ha accolto ieri mattina a Vallo della Lucania, alle 10 in punto, dinanzi alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, l'arrivo del feretro di Luca Botti, il 13enne deceduto il 14 agosto mentre giocava con la pistola del padre Gerardo, un gioielliere del piccolo comune cilentano. Dopo l'applauso sulla piazza è calato il silenzio. L’intera città si è stretta intorno al dolore della famiglia e al suo tragico destino.

Ad officiare la messa funebre, il parroco don Ottavio Sicilia che durante l’omelia ha fatto ricorso alla fede e alla preghiera per lenire un dolore così grande. «E’ sempre difficile - ha detto il religioso- accettare una morte del genere per i genitori e per i suoi familiari ma debbono trarre forza perché in questo momento Luca è un angelo tra gli angeli».

In un altro passaggio dell' omelia don Ottavio si è invece rivolto direttamente al piccolo:. «Devi essere tu ora a sostenere i tuoi familiari, a far capire loro il perché di questa tragica scomparsa». In prima fila i genitori del ragazzo, il fratello e la sorella.

In chiesa anche il sindaco Toni Aloia e gli amministratori comunali, ma soprattutto tantissimi amici di Luca, dai suoi compagni di classe agli amichetti che ogni giorno il ragazzino frequentava.

Il parroco, al termine della cerimonia, ha letto una lettera della famiglia con la quale ha ringraziato tutti i presenti. Dolore, incredulità, sgomento e tanta rabbia, questi i sentimenti più diffusi, per una vicenda che ha choccato un'intera comunità.

È infatti ormai chiaro che ad uccidere Luca sia stata la curiosità. Il bambino, infatti, avrebbe raccolto l'arma, una pistola 357 Magnum, su di una mensola nella stanza da letto dei genitori, maneggiandola e giocandoci mentre guardava la tv, ignorando che fosse carica e pronta a sparare.

Un gioco mortale, finito tragicamente con l'esplosione accidentale di un colpo che lo ha investito in pieno volto uccidendolo.

Tutto è accaduto nella serata di mercoledì, nella stanza da letto dei genitori che, impegnati in gioielleria e preoccupati del silenzio di Luca, avevano spedito a casa il figlio 15enne.

Ed è stato proprio il fratello di Luca a ritrovare il ragazzino in una pozza di sangue.

Ora, sulla vicenda indaga il sostituto procuratore della procura di Vallo della Lucania Renato Martuscelli, titolare dell'inchiesta. È lui che dovrà chiarire le eventuali responsabilità del padre.

Quella pistola, acquistata poco tempo fa per paura di subire una rapina, non doveva infatti trovarsi su quella mensola, ma sotto chiave, lontana dalla curiosità di un ragazzino di 13 anni. E per il momento l’intera città è sotto choc. «Non è possibile, non ci sembra vero»: sono in tanti a dirlo durante i funerali.

«Ho visto Luca un paio di ore prima dell’incidente, era felice, come sempre» ha raccontato invece Antonio, un amico di famiglia. Piange Giuseppe, un altro vicino: «I genitori? Brave persone. Non meritavano di portare una croce così grande». ©RIPRODUZIONE RISERVATA