elezioni 2015

Ad Angri De Luca con Mauri: «Votate il sindaco uscente, ha fatto tanto per la città»

L'ex primo cittadino di Salerno sul palco a sostegno di Mauri in una città blindata dalle forze dell'ordine per il timore di nuove contestazioni

ANGRI. Bagno di folla ieri sera per la presenza di Vincenzo De Luca al comizio di Pasquale Mauri, in una città blindata dalle forze dell'ordine: strade e villa comunale sotto controlli, anche il reparto celere della Polizia giunto da Napoli per prevenire una seconda contestazione dei tifosi della Nocerina. Decine gli uomini della digos della Questura di Salerno e del commissariato di Nocera Inferiore, in piazza anche Carabinieri della stazione di Angri e della compagnia di Nocera nonché tutti i componenti della Polizia locale.

«Se Dio vorrà, tutti insieme la notte di domenica festeggeremo la vittoria di Pasquale Mauri sindaco - ha detto il neo governatore della Campania, dopo aver ringraziato gli angrsi per i consensi ricevuti - Ora vi chiedo una mano per far vincere Mauri e la sua coalizione. Chiedo ad Angri di non tradirmi, e sono certo che gli angresi non mi tradiranno, sono al mio fianco da quarant’anni». De Luca poi non lesina l’ironia: «vi chiedo un voto di cuore, a dire la verità Mauri ha un carattere peggiore del mio, ma ha fatto un lavoro eccellente per Angri».

Intanto aumentano tensioni e veleni a conclusione di questa campagna elettorale, iniziata con aspre polemiche ed amplificata dal turno di ballottaggio. Domenica sera, per esempio, a conclusione delle operazioni di voto e prima di quelle di spoglio per designare il nuovo primo cittadino di Angri, Ferraioli chiuderà simbolicamente il suo comitato elettorale in via Zurlo, a pochi passi dall’ex cinema Minerva, ovvero dal quartier generale di Mauri, per seguire gli scrutini dal comitato in piazza Annunziata. E questo per scongiurare qualsiasi tipo di problema -non escluso di ordine pubblico- che potrebbe sorgere dalla presenza nella stessa zona di due folti gruppi di supporter degli opposti candidati sindaco. Per rendere l’idea, basti pensare che dal comitato dell’uno si vede chiaramente quello dell’altro. La zona franca non supererebbe i dieci metri: pochi, evidentemente troppo pochi.

Intanto sembra archiviata l’ipotesi del “canto a due voci” previsto per questa sera in piazza Doria, visto che è già saltato il faccia a faccia in televisione. Inutile dire la confusione tra i cittadini sul punto: Ferraioli chiede a gran voce il confronto in pubblica piazza, Mauri accetta, ma a patto che si confrontino non solo i sindaci, ma anche le due opzioni di consiglieri comunali di maggioranza, Ferraioli ribadisce che andrà comunque solo lasciando a Mauri la scelta di presentarsi con la sua squadra.

E non è finita qui, perché ieri c’è stato l’epilogo. Mauri in seguito all’affissione di due manifesti di Ferraioli che lo accusano pesantemente, annuncia che non prenderà parte al confronto di questa sera. «Vista la campagna denigratoria e senza contenuti di Ferraioli, - ha annunciato Mauri- non parlerò più con chi dice di volere il dialogo sui programmi e invece gioca solo a infangare gli avversari. Avevo proposto un confronto democratico con l’altro candidato sindaco e i consiglieri, ma ieri mattina ho ritrovato le strade di Angri tappezzate di insulti, calunnie e falsità su di me e la mia famiglia. Non ci sono le condizioni morali e di ordine pubblico per un confronto serio e costruttivo con questo signore che alimenta solo il fuoco dell’odio e della violenza verbale».

Ferraioli rispedisce le accuse al mittente. «Non ci stiamo a essere tacciati di fomentare odio e rancore – ha spiegato Ferraioli - da chi ha sempre denigrato gli avversari politici nelle sedi istituzionali, utilizzando una violenza verbale senza eguali e ora cerca di nascondersi dietro un vittimismo di facciata, per sottrarsi ancora una volta al confronto pubblico. Arrivando persino a lamentare problemi di ordine pubblico, che non ci saranno perché noi siamo persone perbene. I manifesti ripercorrono quanto accaduto dal 2010 a oggi, dati e fatti reali altro che insinuazioni, perché agli angresi dobbiamo dire la verità».