Acquisto pastificio Amato Entro lunedì le offerte

La base d’asta è di 17 milioni di euro in prima battuta e di 13 in seconda Di Martino ha già presentato la sua e rinunciato al diritto di prelazione

Scade lunedì mattina alle 10.30 il termine per presentare offerte per l’acquisto del Pastificio Amato. Diciassette milioni in prima battuta e tredici in seconda per il solo opificio escluso il terreno incolto a ovest, nessuna possibilità di proroga per il fitto ed una offerta irrevocabile di tredici milioni di euro già presentata dalla famiglia Di Martino nella quale però è contenuta anche la formale rinuncia al diritto di prelazione in caso arrivassero offerte che superano i 17 milioni di euro. Le buste saranno aperte al Tribunale fallimentare subito dopo la consegna, entro il 21 invece potranno essere presentate offerte migliorative irrevocabili. In tal caso ci sarà una nuova gara competitiva tra tutti gli interessati, con prezzo base pari all’offerta migliorativa presentata, che si terrà il 2 dicembre e a cui saranno ammessi il maggior offerente in sede di gara, il proponente il rialzo e altri interessati laddove l’affittuario non avesse più diritto di prelazione. L’aspettativa c’è e cresce di ora in ora. Ad attendere con ansia quello che si spera sarà un lieto fine – dopo il tracollo di un’azienda simbolo per Salerno e non solo – sono soprattutto i lavoratori che pur non avendo garanzie per il loro futuro lavorativo sperano nell’acquisto dell’opificio e nella pianificazione di uno sviluppo concreto che possa restituire al territorio i tanti posti di lavoro persi proprio a causa del crac Amato.

A dargli voce è stato il segretario Uila Ciro Marino che – preferendo non pronunciarsi sulle aspettative relative all’alienazione dei beni Amato alla luce delle vicende dello scorso mese di giugno o su eventuali altri imprenditori potenzialmente interessati all’acquisto dell’opificio – ha voluto comunque lanciare un messaggio a quelli che si spera siano i futuri proprietari dello storico stabilimento salernitano. «È una realtà che va rimessa in moto – ha detto – servono posti di lavoro e serve riportare il pastificio all’antico splendore, per questo mi auguro che ad occuparsi di tutto ciò ci siano professionisti seri,come dimostrato dalla famiglia Di Martino in questi mesi. Premeremo per un piano industriale rigoroso e concreto, che sappia dare risposte che fino ad oggi non siamo mai riusciti ad avere. Il potenziale c’è tutto, non resta che valorizzarlo al massimo approfittando anche per reinserire tutti o parte di quei lavoratori che sono usciti dal mercato del lavoro proprio a causa della crac Amato».

Carmen Incisivo

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