Acquisto della Cofima, Barbuti accusa

«I dirigenti ed i funzionari del Comune non potevano non sapere che l’area era abusiva nella relazione data al consiglio».

Acquisto dell’ex Cofima: il presidente del consiglio comunale Antonio Barbuti, a seguito dell’ordinanza del 28 settembre con cui il dirigente del Settore Urbanistica ha accertato la lottizzazione abusiva sui capannoni ex Ceramica Cava di cui la Cofima fa parte, accusa i dirigenti ed i funzionari di Palazzo di Città. Lo fa in una nota al veleno trasmessa a tutti i consiglieri comunali, al prefetto e per conoscenza ai pm Rosa Volpe e Vincenzo Montemurro che indagano da un anno e mezzo sul settore urbanistica del Comune ed in particolare sugli uffici condono e suap. Barbuti fa riferimento alla documentazione interna prodotta in consiglio comunale prima della seduta dell’11 novembre 2010, in cui è stato dato il via libera all’acquisto dell’ex Cofima.

«I dirigenti e i funzionari in posizione organizzativa che hanno prodotto delle relazioni agli atti del consiglio- scrive Barbuti- sapevano e non potevano non sapere di cosa si parlasse in consiglio e della reale situazione esistente in quella zona dove sussiste la ex Cofima, visto che il contenuto dell’ordinanza del 28 settembre 2012 a firma dell’architetto Collazzo non esclude la loro non conoscenza dei fatti».

Parole dure usate dal presidente del consiglio che tira in ballo ancora l’ordinanza con cui il dirigente dell’Urbanistica ha accertato in seguito al sopralluogo del nucleo operativo dei carabinieri di Nocera Inferiore, che vi è stata una lottizzazione abusiva, che tutti i locali commerciali sono oggetto di un frazionamento abusivo che non poteva esserci. Ma Barbuti ci va giù duro: «Trattandosi della partecipazione all’asta pubblica per l’acquisto di un bene sottoposto a procedura fallimentare, su di esso era obbligatorio il controllo che doveva essere effettuato dai settori di supporto agli organi politici».

In più il 7 settembre scorso, Barbuti svela di aver interessato «tutti i dirigenti coinvolti ed anche l’ingegnere Caselli, attualmente in comando presso il Comune di Salerno, a precisarmi il loro ruolo rispetto alle attività gestionali di controllo e verifica dell’indirizzo politico».

Ed intanto ieri mattina il presidente del consiglio comunale ha trasmesso tutti gli atti in possesso della presidenza del consiglio comunale, alla Procura della Repubblica di Salerno ed alla Direzione distrettuale antimafia.

Un carteggio necessario per chiarire ai pubblici ministeri come in realtà sia andato l’acquisto della Cofima.

Barbuti conclude che «tutto ciò impone di porre all’esame del Consiglio comunale del 5 novembre la discussione di tale problematica».

Vincenzo Lamberti

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