Acquisti culinari, attenti alla fregature 

Carni provenienti dall’estero spacciate come locali e utilizzate per produrre salumi “paesani”

«Andiamo in paese che lì c’è la carne buona, i salumi di un tempo, i dolci che non si fanno più, il pane particolare».In questi giorni di festività pasquali, dove la ricerca delle prelibatezze culinarie ruba spazio al sentimento religioso della ricorrenza, migliaia di acquirenti sciamano da Salerno ma anche dall’Agro nocerino e dai centri più grandi della provincia verso l'interno alla ricerca del prodotto veramente genuino, quelli tanto pubblicizzati come prodotti doc e dop o allevato come si faceva un tempo. E come un tempo si prendevano i mobili nuovi, che venivano tarlati per farli sembrare antichi e portati in casolari nei paesi da abili truffatori e venduti ai “cittadini” alla ricerca di fare il grande affare a danno dei paesani, così quella stessa idea di truffa si è spostata da anni nel settore alimentare, attorno ai presupposti prodotti genuini.
E non c’è soltanto il raggiro del prodotto con contraffazione di marchi o provenienze o l’apposizione di denominazioni di qualità. Spesso, dietro questi presunti prodotti genuini si celano alimenti privi di ogni tracciabilità, molte volte importati dall’estero e spacciati per locali, allevati o prodotti non si sa dove e con sistemi lontani da ogni parametro italiano. In questo periodo pasquale, infatti, tra i maggiori prodotti richiesti ci sono capretti, agnelli, abbacchi venduti come allevati in zona e macellati regolarmente mentre spesso provengono da allevamenti stranieri o subiscono trattamenti non in linea con le norme igienico sanitarie stringenti che sono in vigore nel nostro paese, a partire dalla macellazione.
Lo stesso capita con i salumi di quelli propagandati come prodotti con capi cresciuti dal contadino locale. Basta solo ricordare che gran parte dei 50mila suini macellati in provincia di Salerno è importato dall’estero, lo stesso accade in altre province della Campania e non solo, con buone pace per tanti che vendono i salumi di una particolare zona.
Lo stesso accade con i formaggi. Basta viaggiare sulla Napoli-Salerno o l’autostrada del Mediterraneo per notare quante autobotti con targa tedesca o dei paesi dell’Est cariche di latte arrivano in zona, similarmente accade per i trasporti di maiali. C’è poi il problema della macellazione con così pochi macelli, distanti dai luoghi di allevamento, per cui spesso per i piccoli produttori diventa costosa la macellazione e quindi si procede con quella illegale, che non certifica la sicurezza alimentare.
Attenzione con le farine e i dolci, perché molte volte si usano prodotti non tracciati, a partire dalle uova. Insomma, il consumatore deve fare attenzione e non correre dietro a luoghi comuni o leggende metropolitane, informandosi prima di acquistare e intraprendere viaggi della speranza culinaria per evitare fregature e prodotti pericolosi.
Salvatore De Napoli
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