Acquisiti nuovi atti al Comune di Cava

La Dda sulle tracce di mandati di pagamenti sospetti. Indagini sulla figlia di un imprenditore e sulla società di calcio

SALERNO. C’è un sottile filo rosso che ora collega l’inchiesta sul tesseramento del Pdl ad alcuni sospetti contribuiti elargiti dal Comune di Cava de’ Tirreni. Uno spunto investigativo seguito dal pm della Dda Vincenzo Montemurro che potrebbe dare il via all’apertura di un nuovo distinto fascicolo d’indagine.

Dopo il blitz dell’altro giorno in Provincia, i carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore – al comando del tenente colonnello Gianfilippo Simoniello – ieri mattina sono entrati nell’ufficio ragioneria del Comune di Cava de’ Tirreni per acquisire un’impressionante mole di atti e carteggi. Da quello che si apprende, la maggior parte di questi documenti riguarderebbe mandati di pagamento emessi dall’ente tra giugno e settembre del 2010. Tra questi ci sarebbero anche alcuni elargiti a favore della società di calcio della città metelliana, quando attraversava un momento di forte difficoltà economica.

Sotto la lente degli inquirenti è però finito anche un noto imprenditore di Cava de’ Tirreni, in passato anche sponsor della società calcistica. E’ proprio la figlia di quest’ultimo a creare per gli inquirenti il legame con l’inchiesta sul tesseramento del Pdl e la presunta ipotesi di voto di scambio per la quale otto persone sono già indagate, compreso il deputato e presidente della Provincia Edmondo Cirielli (tra l’altro a quanto pare molto legato allo stesso imprenditore). La Dda, infatti, indagava – tra le altre cose – su due assunzioni sospette a Palazzo Sant’Agostino. Una è quella relativa a Assunta Manzo, moglie del consigliere comunale di Nocera Superiore Giuseppe Fabbricatore (entrambi finiti nel registro degli indagati); l’altra, invece, è relativa proprio alla figlia dell’imprenditore di Cava.

I carabinieri hanno portato via dall’ufficio centinaia di mandati di pagamenti che ora saranno passati al vaglio della direzione antimafia (retta dal procuratore capo Franco Roberti). Il sospetto è che tra i possibili favori che sottendono lo scambio di voti ci siano state anche contribuzioni pubbliche, oltre che assunzioni, a favore di realtà “amiche”. Al setaccio viene ora passata anche la gestione della società di calcio all’epoca di proprietà di Antonio Della Monica, già finito sott’inchiesta per il crac Alvi e Cavamarket.

Si tratta al momento soltanto di ipotesi investigative per le quali nessuna persona è stata indagata, ma è chiaro che gli inquirenti vogliono vederci chiaro sui rapporti tra politici e imprenditori.

Così, i filoni investigativi che si intrecciano diventano sempre di più. L’indagine che ora si concentrerà sul territorio di Cava de’ Tirreni riguarda soltanto un aspetto della più vasta ipotesi di collusione tra politica (di ogni schieramento) e imprenditoria, che i sostituti della Dda Vincenzo Montemurro e Rosa Volpe stanno portando avanti. Un intreccio in parte svelato proprio da uno storico amico di Cirielli, il costruttore nocerino Giovanni Citarella.

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